Friday, October 14, 2011

Per Conoscenza: Lettera aperta al Presidente dell’ENS

COMITATO NAZIONALE GENITORI FAMILIARI DISABILI UDITIVI
Lettera aperta al Presidente dell’ENS

Egregio Signor Presidente,
il Comitato Nazionale Genitori Familiari Disabili Uditivi è costituito da genitori, disabili uditivi,
professionisti e esponenti della comunità scientifica e associazioni in rappresentanza di tutto il
territorio nazionale.

Premettiamo che non siamo assolutamente contrari all'uso del linguaggio mimico gestuale quando
necessario. Lei è molto giovane e sa perfettamente che oggi un bambino sordo, anche profondo,
ha la possibilità di apprendere la lingua orale e di vivere insieme a tutti, come tutti.
Quindi noi non siamo contro il linguaggio mimico gestuale da sempre e fino agli inizi degli anni '90
difeso dall'ENS. Siamo contro il riconoscimento della LIS. Perché riconoscerla significa affermare
che esiste una minoranza sorda, una cultura sorda, una identità sorda, significa insomma
affermare che la sordità è uno status antropologico e non un deficit peraltro, attualmente,
rimediabilissimo.

Noi, per correttezza, La informiamo che nel caso la legge venga approvata ci batteremo affinché
siate considerati minoranza linguistica e non disabili e faremo pressione che siate trattati come
tutte le minoranze linguistiche, non come disabili. Non può esistere una minoranza disabile.
Sicuramente l'ENS sarà d’accordo nel rinunciare a tutte le previdenze concesse agli handicappati
così come lo saranno i veri promotori della legge, gli unici veramente interessati a questa legge: gli
interpreti.

Caro Presidente con l'approvazione di questa Legge, l'ENS non sarà più, a nostro avviso, il punto di
riferimento dei sordi italiani, l'ENS verrà sostituito dalle numerose associazioni di interpreti che in
pratica "gestiranno" i sordi.

Come genitori ci permettiamo di farLe una proposta che va contro la cultura mondiale delle varie
lobby dei sordi, una proposta rivoluzionaria che potrebbe mettere al centro del dibattito mondiale
l' ENS, una proposta che, se non esistono pregiudizi e interessi, dovrebbe trovare il suo assenso e
quello di molti suoi iscritti.

La persona sorda con tutto ciò che è già previsto delle attuali Leggi, con la diagnosi precoce,
l’abilitazione, l’educazione e l’utilizzo della moderna tecnologia, può raggiungere una adeguata
competenza linguistica nella lingua italiana. Questo credo che nessuno lo possa mettere in
discussione! Se è così perché non uniamo gli sforzi, le competenze, le risorse, perché non
promuoviamo l'ENS come unica grande Associazione affinché tutti i sordi possano imparare la
lingua di tutti e possano disporre di tutte le tecnologie sanitarie e sociali possibili per vivere con
tutti insieme a tutti.

Perché non ripudiamo tutte le ideologie che in qualche modo vogliono far credere che il sordo è
"diverso".
Perché non ci poniamo l'obiettivo di poter vivere tutti insieme a prescindere dal deficit fisico?
Perché non ci battiamo tutti insieme perché il termine sordo sia sempre più considerato una
aggettivo e poco qualificativo.
Certo ci saranno alcuni, non certo a causa della sordità, che avranno difficoltà a parlare, per loro,
abbiamo sempre a disposizione l’antico e utilissimo linguaggio mimico gestuale che nessuno vuole
abolire.

Egregio Signor Presidente, noi italiani siamo esterofili e normalmente facciamo ciò che in America
hanno fatto 10/15 anni prima, per una volta anticipiamoli. Affermiamo con forza che la persona
sorda può superare il suo deficit ed essere come tutti, come, nel 95% dei casi, i suoi genitori.
Basta con assurde teorie separatiste!

Come Lei sa, i maggiori sostenitori della LIS sono le associazioni degli interpreti che con tale
riconoscimento si aspettano circa 200.000 posti di lavoro! Questi saranno i “padroni dei sordi”.
Basta con la lingua dei sordi, con l’etnia sorda, con la minoranza sorda, con la cultura sorda, col
popolo sordo, l’identità sorda, ecc. ecc... possiamo e dobbiamo sentirci e considerarci tutti uguali..
tutti uguali e tutti diversi!

L’ENS ha avuto grandi meriti per l’emancipazione dei sordi, l’ENS per questo è sempre stata
l’Associazione di riferimento, ma per continuare ad esserlo non può fare una battaglia di
retroguardia. Secondo noi per continuare ad esserlo deve avere come obiettivo la vera
integrazione dei sordi e questo, è proprio quello che gli interpreti non vogliono: loro hanno
bisogno dei sordi.

Signor Presidente, lei sostiene che bisogna aver rispetto della lingua dei segni, la lingua dei segni
dei Sordi. Certo il rispetto è dovuto, ma Lei che la conosce, può affermare che è equipotente?
Perché gli scienziati hanno studiato la Lingua dei segni e nessuno ha mai verificato
l’equipotenzialità? È strano, non crede? Con il linguaggio mimico gestuale oggi LIS si può
veramente parlare di tutto? Non Le chiediamo una risposta, Le chiediamo di procedere ad una
verifica seria. Le chiediamo che cosa capiscono i sordi dai telegiornali nazionali, le chiediamo che
cosa traducono gli interpreti e che cosa capiscono i sordi.
Egregio Sig. Presidente, Don Milani
diceva che è solo la lingua che ci fa uguali e stimolava Gianni (figlio del contadino) a impararla,
altrimenti Pierino (figlio del dottore) l’avrebbe fregato.

Se Lei intende occuparsi dei tanti Gianni sordi, noi siamo con Lei.
Cordiali saluti
Il Comitato Nazionale Genitori Disabili Uditivi
Martedì 11 ottobre 2011

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