Monday, February 9, 2009
Parole e Segni
Definizione di “sordo”
Con la legge n. 95 del 2006, il termine “sordomuto” viene abolito e sostituito da “sordo”. Che è colui che non ha potuto acquisire il linguaggio naturalmente. Si riconosce che il “sordo” può parlare anche benissimo, ma resta sordo: ciò che conta è che non abbia potuto farlo normalmente. Questo dà diritto al “riconoscimento” e quindi a tutti i diritti conseguenti.
Prima di iniziare, vorrei dire che ho creato questo blog non solo per offrirvi delle risorse, ma anche per aprire un dialogo. In ogni post viene data la possibilità di lasciare un commento o cinquanta se volete in modo tale che possiate interagire, dire la vostra, oppure farmi qualche domanda se avete bisogno delle informazioni. Sono a vostra disposizione. Pertanto, per lasciare un commento, cliccate sulla parola commenti alla base del post, scrivete il vostro parere e poi potete decidere se creare un'identità o rimanere anonimi.
In questo modo chiunque abbia avuto un'esperienza, nell'ambito della sordità, la può condividere - può essere, per esempio, l'esperienza dal punto di vista di un genitore udente di un bambino sordo oppure un adulto sordo che racconta il suo percorso e la sua storia. In Italia, siamo ancora molto indietro, rispetto ad altre realtà, come ad esempio quella degli Stati Uniti, nell'uso di internet come strumento per mettere a conoscenza e condividere le varie esperienze e come fonte di informazione sull'argomento. E' attraverso la condivisione delle esperienze che internet può diventare anche un importante strumento di aggregazione, dove ognuno può far sentire la propria voce e dove tutti possono aumentare la conoscenza sull'argomento sordità.
Sul mio blog in inglese, in uno degli ultimi post che ho pubblicato, sono stati lasciati 175 commenti. Argomento del post era la proposta di costruire "un ponte" fra i sordi che utilizzano il linguaggio dei segni e quelli che utilizzano il metodo orale.
C'è chi crede nell'uso dei segni e chi non crede. In Italia, la situazione non è diversa. Sul forum sorditaonline, è stato scritto questo:
Discriminare all'interno dei sordi quelli segnanti da quelli oralisti e da quelli impiantati stabilendo delle gerarchie non mi sembra giustificabile.
E' ovvio che le problematiche sono diverse ma ciò non ha nulla a che vedere con il valore delle persone e con la loro cultura individuale.
Questa è una delle risposte:
Ho frequentato i sordi di ogni tipo: sordi segnanti, sordastri, sordi oralisti, sordi impiantati, audiolesi, ecc.
Perciò mi è impossibile elencare i numerosi esempi in cui ho notato forme di discriminazione, avendo alle spalle più di 40 anni di esperienza nel mondo dei sordi. L'ho vista e la vedo ancora con i miei occhi in certe circostanze e ripeto che mi sembra un fenomeno "molto poco colto", nel senso che dimostra scarsa comprensione e sensibilità e non aiuta nel complesso a superare i limiti che tutti i sordi hanno e ad aiutarci reciprocamente.
Non ho altro da aggiungere, mi sembra di essere stata sufficientemente chiara.
Poi ognuno può pensare come vuole in base alle proprie esperienze personali.
Solo aprendo un dialogo produttivo possiamo imparare uno dall'altro...
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