Quella legge deve garantire la prevenzione e la diagnosi
Alla luce dei pareri espressi dalle Commissioni Bilancio e Cultura della Camera, la Fiadda chiede ufficialmente il ritiro della pdl C4207. Vediamo perché.
La proposta di legge C.4207 contenente le “Disposizioni per la promozione della piena partecipazione delle persone sorde alla vita collettiva” ha regolarmente proseguito il suo iter alla Camera nei mesi scorsi e recentemente è stata al vaglio della Commissione V Bilancio prima (1 febbraio) e della Commissione VII Cultura (15 febbraio).
Entrambe le Commissioni hanno espresso dei pareri dirimenti che darebbero un forte impulso alle scelte future della Commissione XII Affari Sociali ed oggi orientano sensibilmente l’opinione generale e l’analisi del testo da parte delle istituzioni, della FIADDA e di altri portatori di interessi.
Seppure favorevole al testo, la Commissione Bilancio e Tesoro ne vincola la promulgazione alla “condizione che l'articolo 1, comma 1, sia modificato al fine di precisare che la garanzia di forme di prevenzione, diagnosi e cura della sordità rappresenta una disposizione di carattere meramente programmatorio, che, quindi, non comporta oneri a carico della finanza pubblica”.
A fronte di un simile parere, la FIADDA ha inviato una lettera alla Commissione Affari Sociali della Camera auspicando il ritiro della pdl C4207 piuttosto che vedere promulgata una legge che non contempli la garanzia di prevenzione e diagnosi e quindi la certezza e l’esigibilità di un diritto ineludibile per il buon esito del progetto di vita nei casi di sordità preverbale. Bisogna oggi più che mai, garantire lo screening neonatale audiologico universale recuperando quella quota pari a circa il 39% attualmente non garantita in Italia.
La FIADDA ha molto apprezzato invece i fondamentali passaggi che la Commissione VII Cultura ha espresso in un articolato parere contrario, per molti versi di portata storica, sulla base “del rischio di non completa inclusione dei non udenti che potrebbe derivare da un uso prevalente o esclusivo dello strumento della lingua dei segni”, evidenziando ed esplicitando il bisogno di autonomia ed indipendenza personale di alunni ed adulti sordi, come da sempre sostenuto anche dalla FIADDA. Questo importante parere dovrebbe fare riflettere tanti che con facili entusiasmi si lasciano sedurre dal buonismo di superficie quando confondono la realtà delle persone sorde ed i loro reali bisogni di inclusione sociale, il bisogno di acquisizione della lingua italiana come fattore imprescindibile.
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