...di un SORDO ORALISTA
Sono una mamma indignata e triste perchè vedo mio figlio preoccupato, addolorato per il riconoscimento della LIS (lingua italiana dei segni) come lingua dei sordi che nega ai sordi e alle loro famiglie il diritto di scelta.
Mi chiamo Vittoria e mio figlio si chiama Matteo.
Vi racconto brevemente la nostra storia per farvi capire perchè state sbagliando.
Matteo ha una sordità neurosensoriale bilaterale gravissima. All’età di due anni e tre mesi lo abbiamo protesizzato, è il secondogenito di un fratello udente. Matteo è stato seguito dalla logopedista ma soprattutto è stato aiutato in famiglia, io e il padre ci siamo dedicati a lui con impegno, è un lavoro lungo ed impegnativo ma non potevamo abbandonarlo in un istituto per sordomuti (anche se era più facile). All’età di quattro anni cominciava a ripetere poche parole, non vi dico le difficoltà per fargli ripetere le lettere r,s,v,f, ci siamo riusciti dopo un anno di lezione. E’ stata una gioia immensa ed ancora ricordo quei momenti, ogni giorno vedevo mio figlio avvicinarsi a me con la PAROLA. Potevamo finalmente comunicare le emozioni e dispiaceri; era bellissimo mi sentivo soddisfatta di poterlo aiutare.
All’età di sei anni Matteo sapeva leggere e scrivere qualche parola. Dovevo fare la richiesta per l’insegnante di sostegno ma prima ne dovevo parlare con lui perchè avevo capito che era un bambino intelligente e sensibile e ogni scelta la doveva accettare. Matteo con le lacrime agli occhi e con le mani prendeva le mie mi rispondeva che non voleva una maestra solo per lui, perchè era come gli altri bambini. Diceva: “Mamma mi aiuti Tu a casa”.
A questo bambino avrei dovuto rispondere: “tu sei diverso, sei sordo quindi la legge dice che appartieni ad una comunità e quindi devi imparare il linguaggio dei segni perchè è la tua lingua naturale. Avrei ferito mio figlio nel profondo dell’animo, non avrebbe raggiunto nessun traguardo e proseguito gli studi con risultati soddisfacenti.
Matteo parla con scioltezza e comunica come tanti. Al pensiero che tutto questo non sarebbe potuto accadere per legge mi fa stare male. Come può una legge non tener conto di queste storie?
Io, il padre e mio figlio non siamo contrari a chi vuole imparare il linguaggio dei segni appunto perchè crediamo nella libertà di scelta per tutti i sordi, quindi nemmeno gli altri devono essere contrari ai sordi oralisti.
Matteo ringrazia i suoi genitori di aver scelto questo percorso per lui, è contento, motivato.
In conclusione: la persona non è solo il suo ‘udito’ ma è il suo cervello, il suo animo, ecc.ecc.
Vi prego, non togliete la speranza ai sordi che vogliono anche con immensi sacrifici comunicare con la propria voce. Conosco altre famiglie con figli sordi oralisti soddisfatti.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno questa lettera semplice. Faccio un appello ai legislatori “rispettate la libertà di tutti”. (GRAZIE).
Vittoria
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