Wednesday, January 6, 2010
Riflessioni...
LA VOCE DEL BAMBINO – Riflessione del 2 gennaio 2010 Gruppo Facebook: Affrontiamo la Sordità Insieme: Forum Impianto Cocleare
-Come educatore insegnante di alunni sordi (con o senza validi residui uditivi) nelle diverse fasce di età, a partire dal terzo anno di vita sino alla frequenza delle scuole di secondo grado, ritengo di poter offrire il mio contributo per una più completa ed armonica soluzione nella crescita di quanti si trovano in difficoltà di ascolto. Premetto che non sono un tecnico della protesizzazione, che non ho avuto esperienze dirette con soggetti fruitori dell’impianto cocleare. Ho sempre avuto grande fiducia nelle tecniche moderne che si occupano di protesi acustiche come dello stesso impianto c.
Provengo dal corso di specializzazione all’insegnamento dei sordi attraverso il metodo orale, sotto la direzione del compianto Direttore dott. Decio Scuri della scuola di Roma, la cui fama è ben nota a livello europeo ed oltre. Si tratta di tempi piuttosto lontani, quando nella scuola il tutto incombeva sull’insegnante unico, senza l’ausilio di altre figure inesistenti in quel tempo (non si configuravano nelle attività di sostegno i terapisti del linguaggio, i logopedisti). Partendo da specifiche esperienze condotte con bambini sordi dalla più tenera età, ho considerato il loro stato di essere per risvegliare in ciascuno i naturali sintonizzatori della vocalità, delle vibrazioni e delle zone delle risonanze fonemiche, senza trascurare alcuni effetti di esplosione o di soffio per i cosiddetti fonemi sordi (privi di risonanza).
Il bambino, nel momento in cui viene alla luce, emette il suo grido poderoso come per volere significare che “da questo momento ci sono anch’io”.Lo stesso fenomeno avviene anche per il bambino non udente. Poi succede che non sarà più in grado di emettere suoni di alcun genere in mancanza di feedback uditivo. Il bambino udente, non avendo difficoltà a ricevere ed a produrre stimoli acustici, sarà in grado di fare le sue richieste nei modi più svariati, dal gridolìo al pianto e con la forza degli strilli. Questo è il momento cruciale in cui i genitori, la madre in modo particolare, devono osservare con cura i possibili atteggiamenti del bambino sordo prima che in lui si instauri una situazione di assuefazione verso la mancanza della vocalità.
Se ci sarà interesse verso l’argomento, verificheremo le diverse possibilità di intervento, come sarà possibile valorizzare gli alterni canali del sentire la propria voce e di emettere i fonemi in combinazione di linguaggio appropriato. Il tutto contribuirà ad agevolare il successivo lavoro della protesizzazione e dello stesso impianto cocleare. Chiudiamo questo primo appuntamento con una riflessione: se il bambino sordo avverte gli stimoli sonori già prima della nascita, quando è la madre che gli parla, gli canta la ninna nanna o quando c’è una musica alla TV, specie se su basse frequenze o quando è il papà che parla con un bel tono di voce vicino alla mamma, perché dopo la nascita si interrompe questa possibilità del sentire? Avremo molto di intenderci, di riflettere, di suggerire alle madri in difficoltà, fiduciosi di trovare le risposte e le soluzioni più appropriate.
Dr. Alfredo Barbaro
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