Thursday, September 23, 2010

Lo Screening Uditivo Neonatale= Un Dovere per Ogni Punto Nascita in Italia

Pubblico questa petizione in solidarietà con la famiglia che con tanta grinta porta avanti la causa...in tutti i sensi. Cliccate qui per firmarla. Grazie.

Caro Direttore Generale,


e mi rivolgo a Lei Dott. Ricci Direttore generale dell’Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord che eredita la nostra delicata vicenda.

Mi dispiace davvero molto che la nostra famiglia si veda costretta a procedere in tribunale per il riconoscimento di un diritto alla salute sancito dalla Costituzione di un bimbo di 4 anni e volevo rassicurarLa del fatto che, anche se sarà difficile ed estenuante, andremo fino in fondo non tema per la nostra salute psico-fisica.

Le dico ciò perché immagino l’ospedale San Salvatore come un padre con tanti piccolissimi figli, che si rivolgono a lui nel momento estremo del bisogno e hanno numerosissime aspettative.


Quando, come nel nostro caso, queste aspettative vengono tradite per un qualsiasi errore ci si aspetta di incontrare lo sguardo del padre amorevole che pone immediatamente rimedio e soprattutto cerca il più possibile di alleviare le sofferenze, già comunque presenti a causa della problematica ed aggravate dall’errore medico.

Invece, dopo due anni di tentativi di dialogo ed incredibile pazienza, che abbiamo voluto investire perché comunque continuiamo a credere nelle istituzioni, ci troviamo a scoprire che per il San Salvatore la colpa è addirittura nostra.


Oltre il danno la beffa, Non credo sia condivisibile la linea genitoriale.

Sappia che d’ora in avanti non accetteremo più distinzioni di sorta tra assicurazioni Generali ed ospedale, la responsabilità è dell’ospedale che non può continuare a nascondersi dietro a un dito, di conseguenza tutto ciò che uscirà dalla bocca dell’avvocato Berti che Vi rappresenta e rappresenta le Generali, per noi e per la cittadinanza è come se fosse uscito dalla Sua bocca.


Come la dichiarazione rilasciata al messaggero lo scorso 8 luglio.in cui appunto afferma, testuali parole”…..anche se la legge prescrive uno screening audiologico entro il sesto giorno dalla nascita, ci chiediamo perché una volta a casa, non ci abbiano pensato i medici ed i famigliari a farlo… ”.


Certamente l’avvocato Berti non sa che quando ci siamo rivolti per la prima volta all’ospedale la direzione ignorava la presenza di una legge sul proprio territorio regionale o la massima urgenza e necessità di effettuare quell’esame e la diagnosi alla nascita, pur essendo dotata delle attrezzature necessarie.


Ora mi può spiegare secondo quale principio normativo se non ha fatto quell’esame il San Salvatore che era obbligato dalla legge, la responsabilità dal settimo giorno ricade su di noi? Le giuro conosco bene quella legge e la pubblicazione della Mediateca delle Marche scritta a spiegazione di quella legge ma da nessuna parte sta scritta una cosa del genere.


Soprattutto, mi spiega come avremmo potuto metterci in allarme e cogliere tutti i segni che nostro figlio ci dava (primo figlio senza termini di paragone per lo sviluppo delle capacità uditive e verbali) se siamo stati dimessi dal ricovero per nascita con il cartellino “il nuovo nato” che contiene la sintesi di tutti gli esami effettuati, con scritto “esame audiologico normale”?

Mi fidavo del vostro operato e non ero nelle condizioni di farmi nascere sospetti, c’è voluto più di un anno per prendere coscienza dell’esistenza di un problema tanto grave e guardare in faccia la realtà, me ne faccio già una colpa io per tanto tempo perso, vuole scaricarmi addosso anche la sua responsabilità morale e legale?


Mi dispiace smentire nuovamente l’ospedale, può sembrare che ci provi gusto, ma in data 26 marzo sulle pagine dei quotidiani locali l’ospedale affermava di aver cambiato lo screening audiologico neonatale con soddisfacenti risultati da me condivisi, sappia che proprio grazie al mio articolo a cui in quell’occasione replicavate la famiglia del primo bambino nato sordo individuato a Pesaro la vigilia di Pasqua è venuta a raccontarmi che a causa della totale mancanza dell’ospedale ad accompagnare l’iter diagnostico e a far seguire una rapida ed efficace presa in carico del piccolo paziente, il piccolo e la sua mamma si sono addirittura trasferiti lontano da casa e dagli affetti, dalla loro vita per cercare un posto dove ritenevano di avere una rete di servizi a disposizione del proprio figlio.


Questo come mamma attiva che ha cercato di lavorare con il San Salvatore seriamente al superamento di certi limiti, gravi che esistono, non lo posso accettare e mi sento di avere fallito, in due anni non sono riuscita ad evitarlo, Lei come si sente? L’anno messa al corrente?


L’hanno messa al corrente del fatto che audiologia a Pesaro non funziona come dovrebbe se un pediatra mi chiama e mi dice che ad una mamma con seri dubbi sull’udito del proprio bimbo di due anni vengono chiesti 90 euro per una valutazione audiologica con apparecchiature che la fondazione Cassa di Risparmio a donato proprio nell’ottica di avviare un lavoro su questo delicato problema che colpisce oggi circa 3 bambini su 1000, di cui l’80% sordi congeniti prenatali?


Volevo solo ringraziarla perché, oltre al fatto che sono state tolte a mio figlio possibilità importanti con una diagnosi tardiva, mi costringete anche a dover quotidianamente continuare a farci i conti, non posso guardare avanti pensando solo a fargli ottenere il massimo come vorremmo, sarebbe bello, no dobbiamo continuare a confrontarci con ciò che non potrà mai raggiungere perché fino a che sarà aperta questa partita è questo che viviamo, caro padre padrone.


Dobbiamo continuare a confrontarci con Medici come il Dott. Filipo del policlinico Umberto I di Roma incaricato dall’Ospedale come clinico specializzato, che vengono a sostenere tutto il contrario di ciò che grida ormai da anni con forza la comunità scientifica e medica internazionale e nazionale sulla diagnosi precoce, sulla sua importanza fondamentale.

Mi sento di rassiucrarLa, non molleremo, visto che questo padre così punitivo, severo ed ingiusto non vuole ammettere le sue colpe continuando a infliggere sofferenza. Noi continueremo con forza perché quando per strada camminiamo, sempre a testa alta ovviamente visto che non ci importa se l’Avv.Berti (e quindi Lei Dott. Ricci), dice che ci dobbiamo vergognare, la gente che legge le pagine dei giornali ci sostiene e ci da forza facendoci sentire che per fortuna una comunità ancora esiste, pensa e si muove.


Arrivederci in tribunale il 15 dicembre Direttore Ricci.


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