by Stefano Faggian on Thursday, June 9, 2011 at 10:45am
Lingua dei segni, si cambia: il testo della legge sarà modificato
ROMA. Il disegno di legge sul riconoscimento della lingua dei segni, già approvato al Senato lo scorso anno e attualmente all'esame della Commissione Affari sociali della Camera, sarà modificato e dovrà dunque, dopo il nuovo via libera, tornare a Palazzo Madama per l'ok definitivo.
Il testo attuale, infatti, appoggiato dai "segnanti", cioè dalle persone sorde che per esprimersi utilizzano la Lis, ma fortemente avversato dagli oralisti (che puntano invece sulla diagnosi precoce infantile e mettono l'accento sul progresso medico e tecnologico, capace con la chirurgia dell'impianto cocleare e la protesizzazione con apparecchi acustici digitali di consentire anche alle persone sorde di apprendere il linguaggio e di favorire l'oralità) non ha soddisfatto i componenti della Commissione, che dopo una serie di audizioni formali hanno deciso dunque di cambiare.
La proposta di adottare come testo base per il prosieguo dell'esame il progetto di legge approvato all'unanimità dal Senato, procedendo però alla nomina di un Comitato ristretto per l'elaborazione di un nuovo testo base, è arrivata dal relatore Gero Grassi (Pd), il quale ha affermato di ritenere auspicabile che il confronto in sede di Comitato ristretto consenta di snellire al massimo la successiva fase emendativa, ferma restando la facoltà di ogni deputato di presentare emendamenti. Sia il Pd (con Margherita Miotto) sia il Pdl (con Lucio Maran) si sono detti d'accordo, e il presidente della Commissione, Giuseppe Palumbo (Pdl), ha precisato che al momento dell'elaborazione del nuovo testo esso sarà adottato come nuovo testo base e che nel frattempo non si procederà allo svolgimento di ulteriori audizioni: le associazioni che ne abbiano fatto o ne facciano richiesta in futuro saranno invitate a inviare memorie scritte.
A nome del governo, il sottosegretario Nello Musumeci ha affermato di rimettersi alle decisioni della Commissione, ma non ha mancato di sottolineare che il percorso poteva essere svolto più celermente, snellendo così l'iter di approvazione del provvedimento. E' evidente comunque che in Commissione è prevalsa l'idea che modifiche poche e puntuali debbano essere effettuate, ma che questo non può significare l'affossamento del provvedimento.
Certo è che le associazioni che puntavano all'approvazione immediata temevano proprio l'allungamento dei tempi e la necessità di un nuovo ritorno al Senato, con il rischio di non riuscire a completare l'iter entro la legislatura, per quanto, almeno sulla carta, i due anni ancora a disposizione siano uno spazio ragionevolmente sufficiente. Uno dei punti maggiormente critici del testo votato al Senato, che andrà senza dubbio incontro a modifica, è il riferimento all'art.6 della Costituzione, che parla di tutela delle minoranze linguistiche.
La Lis, cioè, viene riconosciuta come una minoranza linguistica, il che secondo numerosi pareri non apparirebbe corretto, sia perché le persone sorde non sono una minoranza linguistica, sia perché lo stesso testo di legge precisa che il provvedimento non deve portare nuove spese per lo Stato, che però, con un simile rimando alla Costituzione, difficilmente potranno non essere sostenute per garantire la tutela di questa "minoranza linguistica", per quanto sui generis.
Redattore Sociale del 08-06-2011
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Thursday, June 9, 2011
Tuesday, March 29, 2011
Mio Figlio Sordo Parla....a Cosa Serve Un Interprete LIS?
Valentina ha lasciato questo commento che vorrei condividere sul post "MIO FIGLIO SORDO SENTE
E...PARLA: DDL.N° 831 COSA?...":
Il ddl prende le mosse nel suo primo punto proprio dalla Convenzione
ONU sui diritti delle persone con disabilità che mette nero su bianco
che i diritti di un essere umano con un difetto fisico non sono
scontati.
La Repubblica Italiana riconosce la lingua dei segni italiana LIS: il
governo ha anche il compito di ratificare che una lingua è una lingua?
Dov’è la ratifica dell’italiano?
“La Repubblica riconosce la lingua dei segni italiana (LIS) e ne
promuove l’acquisizione e l’uso, promuovendo altresì l’acquisizione e
l’uso da parte delle persone sorde della lingua orale e scritta”. Una
frase politicamente corretta ed ineccepibile. Tuttavia quell’ “altresì”
mette la lingua orale al secondo posto come se fosse un “piccolo
sfizio” concesso in seconda battuta. Proprio la lingua, “piccolo
sfizio” grande chiave di volta della libertà individuale, della piena
espressione delle proprie qualità, della lotta all’emarginazione, pari
al piccolo grande passo per l’umanità, diritto fondamentale di tutti.
Si implica che la lingua prima e naturale delle persone che per
sventura nascono o diventano sorde non è quella italiana, non è quella
orale, ma quella dei segni. Come è possibile pensare che, sulla base di
un mero dato fisico un bambino, una persona abbia una lingua diversa da
quella della madre, della famiglia, dei vicini di casa, del proprio
paese, della propria nazione? E non la si chiama violenza questa?
Tutto ciò “in attuazione degli articoli 3 e 6 della Costituzione”.
L’articolo 6 della Costituzione così recita: “La Repubblica tutela con
apposite norme le minoranze linguistiche”.
Le persone sorde sono dunque una minoranza linguistica? Ma come è
possibile essere parte di una minoranza linguistica solo per una
disabilità anzi no, per una caratteristica fisica?
Sorgono dei dubbi a proposito delle rivendicazioni dei diritti dei
disabili. I sordi dunque sono disabili o sono una minoranza
linguistica?
Hanno diritto all’indennità di comunicazione o no? Hanno
diritto all’invalidità civile o no? Secondo tale logica dovremmo dare
l’indennità di comunicazione e l’interprete a scuola e al lavoro e
negli uffici pubblici anche a tutte le altre minoranze linguistiche.
In ultima analisi è solo una la domanda che dovremmo porci: le persone
sorde possono parlare? Sì o no?
No: adoperiamoci tutti perché la LIS sia conosciuta da più persone
possibile.
Sì: a che serve la LIS? A che serve il ddl 831?
www.valentinapaoli.it
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