Cerchiamo anche udenti che conoscono la LIS almeno da alcuni anni e la usano frequentemente."
“Negli ultimi decenni – dice Pavani – la ricerca sulla sordità si è arricchita di molte nuove conoscenze.
Da un lato stiamo cominciando a comprendere sempre meglio le relazioni fra lingue orali e
lingue dei segni, contraddicendo ipotesi di conflittualità fra le due lingue e rivelando invece molti
benefici di un approccio bilingue. Dall’altro abbiamo un’idea sempre meglio definita delle capacità
di percezione ed attenzione nella persona sorda o ipoacusica. In questo incontro presenterò alcune
ricerche recenti sulla sordità, cercando di far emergere le principali novità emerse in questi anni dalle
neuroscienze cognitive. Conoscere i cambiamenti delle capacità attentive nella sordità e comprendere
le conseguenze linguistiche e cognitive di un approccio bilingue bimodale (ovvero, lingua orale più
lingua dei segni) è di fondamentale importanza per impostare pratiche educative e riabilitative informate dalla ricerca e non più guidate da dibattiti ideologici.”
Per ulteriori informazioni visita la
Sordità e Plasticità Cerebrale al CIMeC Community
sul Facebook.
1 comment:
Ciao Jodi,
la Ricerca promossa dal prof. Pavani sulla “Sordità e plasticità cerebrale” potrà dare esiti apprezzabili nel campo delle neuroscienze ma l'esito sarà limitato a comprendere
le conseguenze linguistiche e cognitive delle "sole" persone sorde che impiegano un approccio bilingue bimodale.
Nelle parole del testo introduttivo e nel video di presentazione della ricerca si afferma di esiti della ricerca validi “per le persone sorde” ma ciò veicola un messaggio equivocabile, perché la ricerca non si occupa di tutte le persone sorde. La ricerca esclude dal campione ad es. le persone sorde che utilizzano Impianto cocleare, cioè le persone che utilizzano il canale uditivo per udire e la parola per comunicare.
Desidero precisare che questa ricerca non può veicolare esiti generalizzabili per (tutte) le persone sorde “per impostare pratiche riabilitative … pedagogiche, didattiche” in quanto l'indagine della ricerca è limitato. Se non si chiarisce bene questo, ciò può generare facile confusione e può divenire un boomerang sul piano della comunicazione al di fuori dei distretti universitari, con il rischio di divenire matrice di strumentalizzazione ideologica (che paradossalmente è proprio ciò che la ricerca vuole limitare).
I "nostri figli" che sono stati diagnosticati alla nascita e che hanno avuto la possibilità di fare l'impianto cocleare prima dei 3 anni acquisiscono il linguaggio in maniera eccellente; se non vi sono altre disabilità associate questi bambini non necessitano di un percorso logopedico lungo (come accadeva per le protesi acustiche) né hanno bisogno dell'insegnante di sostegno a scuola.
Malgrado questa realtà, nell'immaginario comune la persona sorda è identificata con il Linguaggio dei Segni e con moltissima fatica si cerca di far conoscere che oggi (e non nel futuro) anche i bambini con sordità profonda possono non solo udire ma anche acquisire il linguaggio e comunicare con la parola molto bene.
Armando De Salvatore
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