Una Mamma Saggia
Sulla fortuna di essere madre di un bimbo sordo si dice poco.
Parliamo anzi spesso di sfortuna, di " incidenti di percorso",
combinazioni del destino, ricordiamo con angoscia il momento della
diagnosi e il momento in cui altre volte la gravidanza che si era
immaginata non è terminata con serenità.
Viviamo quotidianamente
avendo davanti il figlio che " dovrebbe essere" e che si scontra con
quello che è. Capita sempre che manchi qualcosa per arrivare all'idea di
quel figlio udente.
Che cosa avrebbe cantato a squarciagola, quali
libri avrebbe letto senza alcuna difficoltà di comprensione, quante
chiacchiere avrebbe fatto con gli amici?
Capita troppo spesso che
questo fantasma offuschi il nostro senso della realtà e non ci faccia
godere a pieno delle gioie che la maternità e la paternità ci regalano
incondizionatamente.
Vivere con un handicap non è solo vivere nel rimpianto.
È accettare una nuova condizione e una prospettiva più matura della genitorialità.
Ed iniziare ad apprezzare per primi la purezza d'animo dei nostri
bambini, vedere il quotidiano con occhi diversi: il tempo non
semplicemente trascorre ma ogni situazione è per loro un'occasione di
crescita. Tutti i momenti possono essere la chiave di volta per capire
cosa capiscono e per sentire cosa sentono e non solo con le orecchie...
L'handicap uditivo richiede spesso uno sforzo così intenso nella parte
riabilitativa da rendere ogni situazione meritevole di essere vissuta,
ricordata. Perchè in quel lavoro non entrano solo gli animali di
plastica, i versi, i coperchi sbattutti per vedere se ci sentivano. Noi
genitori sappiamo che tutto passa attraverso l'empatia. Non è una
lezione di logopedia, è un lavoro che crea esperienze che restano nel
vissuto del bambino e che passano attraverso il veicolo dell'amore,
dell'affetto e della trasmissione di fiducia unita alla nostra voglia di
migliorarci nella lezione ma soprattutto come genitori.
Tutte le volte che i nostri figli riescono a raggiungere un piccolo traguardo per noi significa toccare il cielo con un dito.
E questo, credeteci, al giorno d'oggi è un lusso. In un'epoca in cui i
rapporti umani tendono a rarefarsi noi facciamo l'opposto. Spingiamo i
nostri figli verso l'integrazione sociale, consapevoli che oltre alla
famiglia l'obbiettivo è quello di vivere in una società fatta di persone
vere. La sordità ci obbliga piacevolmente a stabilire per i nostri
figli una scala di valori costruttivi.
Quanti bambini maltrattati
non possono accedere alla stessa maniera a questi contenuti, quanti
ancora non avranno mai chi li tirerà fuori da altre situazioni difficili
che anche se non si chiamano handicap sono ugualmente scoraggianti per
la crescita sana della personalità di un individuo. Quanti sono
abbandonati davanti alla televisione mentre i genitori sono dediti a
comprargli tutto ció di cui non hanno bisogno?
E quanti di voi
perdono la testa per un semplice raffreddore o perchè il bambino non ha
mangiato? Credo pochi, proprio pochi. Perchè in fondo è vero... magari
potessimo preoccuparci solo del raffreddore ma è vero anche che
nell'epoca del tutto e subito non avere accesso immediato a tutti i
risultati che vorremmo ci tempra, ci scolpisce l'anima ma soprattutto ci
insegna ad apprezzare ció che nella vita è davvero importante.
Perció badate bene a non sentirvi tanto spesso sfortunati quanto baciati
da qualcuno che voleva farci rendere conto che quella fortuna che
pensavamo di volere non era quella di cui avevamo davvero bisogno.
-Nicoletta
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