Era
gennaio quando Nicola mi propose, per la prima volta, di realizzare un
progetto insieme. Sapeva che io ballavo ed anche lui aveva seguito vari
corsi. Da lì la proposta: "prepariamo uno spettacolo!" All'inizio ero
scettica: ballare è stata la mia passione per un anno, poi lasciai. Da
allora sono passati quattro anni. Non ricordavo più i passi, avevo
dimenticato le figure. Ma Nicola mi incoraggiò: proviamo!
Accettai. Era
febbraio quando ci vedemmo per dare vita a questo progetto. Una pen
drive con le musiche ed un foglio di carta per buttare giù una bozza. E,
via, verso un locale latino per togliere le mie scarpe dal chiodo e
rispolverare passi e figure. Peccato solo che il Kuku era chiuso: e,
certo, il primo febbraio era un pò difficile trovare aperto un locale
estivo! Ops! Ma non ci fermammo davanti a quella steccionata. E, la sera
dopo, al Fortino, scoprimmo che, un pò di musica era ancora nel mio
sangue ed eravamo sintonizzati sulle stesse frequenze. Salviamo, sulla
pen drive, le musiche e, sul foglio di carta, la bozza comincia a
diventare sempre più una scaletta. Comincio a crederci: ce la possiamo
fare.
Ci rivedemmo più di due mesi dopo, a fine aprile. Non ricordavamo
più niente ed io, certo, non avevo ripreso a ballare. Le scarpe che
avevo tolto dal chiodo per un weekend, le ho riappese per i due mesi
successivi. Ma, quella volta, nel riprendere le scarpe, la polvere era
poca. Le indossai, di nuovo, e via, in direzione del Barriga's. La
musica scorre sempre più fluida nelle nostre vene ed i nostri corpi
formano figure in una naturale ed inaspettata sintonia, sulle stesse
frequenze di due mesi prima. Ce la possiamo fare: non è più solo una
speranza, è ormai una certezza. Un mese dopo abbiamo una data per il
nostro spettacolo: 2 giugno.
E' fine maggio, ormai. Decidiamo di
inserire, anocra una volta, la pen drive nello stereo e il foglio di
carta diventa, tra le mani di un ingegnere, un foglio di excel con una
struttura perfettamente studiata. Dal foglio di excel alla realtà, la
struttura si è trasformata in una coreografia che è ormai parte di noi.
Ce la possiamo fare: alla certezza decidiamo di unire anche un pò
d'improvvisazione. La sintonia c'è e, ritorvandola anche al Sorelle
Ramonda, lasciamo che sia essa a condurci. In un perfetto equilibrio tra
impegno e divertimento, tra coreografia ed improvvisazione: è così che
ci ritroviamo a poche ore prima dello spettacolo. E' il primo giugno,
manca un giorno al nostro spettacolo. Proviamo per l'ultima volta prima
di decididere di lasciare la pen drive nello stereo e il foglio di excel
sul tavolo.
Torniamo là, dov'eravamo tre mesi prima: la steccionata del
Kuku riapre proprio quella sera. Sono le 22, il locale sta appena
cominciando a riempirsi. Poche persone ai lati di una pista ancora
vuota, i più sorseggiano un drink al bar. Il dj sta ancora sistemando la
sua consolle, il tecnico controlla l'impianto di illuminazione. Guardo
Nicola, gli dico: "Siamo abbastanza matti da poter fare anche questo!"
Vado dal dj, chiedo una canzone, la mette su. E, lì, in mezzo a quella
pista vuota improvvisiamo lo spettacolo che presenteremo il giorno dopo.
Le persone, tutt'intorno, ci osservano. Noi ci divertiamo e balliamo.
Ce la possiamo fare: abbiamo inaugurato il Kuku. La canzone finisce, la
musica no. Continuiamo a ballare: salsa e bachata, bachata e salsa. Un
ballo dietro l'altro e la gente, sempre più numerosa, si ferma ai lati
della pista incuriosita. Rido, guardo Nicola: "Se solo sapessero che
siamo sordi!" Pian piano, anche quelle persone cominciano a ballare
intorno a noi.
Solo dopo un'ora la pista s'è riempita. ed è allora che
dico a Nicola "Vuoi sapere una cosa? Mi si era scaricata la batteria,
mentre ballavamo." Si ferma, mi dice "Andiamo a cambiarla." Gli rispondo
"Prima finiamo questo ballo. Sono andata avanti, fino adesso, in
silenzio, seguendo il ritmo con il cuore." Finiamo di ballare ed usciamo
dalla pista perchè io possa cambiare la batteria.
Questa volta non vado
in bagno, non mi allontano. Forse qualcuno mi vedrà mentre cambio la
batteria. Ma che importa? Sì, sono sorda. Ed ho bisogno di cambiare la
batteria. Ma ho ballato in mezzo alla pista vuota. Ho ballato quando la
batteria s'è scaricata, facendomi tornare nel mondo del silenzio.
Continuerò a ballare quando cambierò la batteria per tornare nel mondo
dei suoni.
Perchè questo mondo lo amo, sapete? Lo amo così, con i suoi
suoni ed i suoi silenzi. E, il giorno dopo, è arrivato il momento dello
spettacolo. Ce la possiamo fare. Ce l'abbiamo fatta. Perchè abbiamo
voluto realizzare questo progetto? Per dirvi: ce la potete fare. Voi,
come noi. E, il prossimo spettacolo, lo realizziamo tutti insieme: una
rueda al ritmo della vita.
Sentire la musica non è solo
ascoltare una melodia e ballare non è solo seguire il tempo; sentire la
musica è lasciare che entri in te quando la ascolti e ballare al ritmo
del tuo cuore. Chiudi gli occhi, ascolta la vita. E, mentre balli, amala: è la tua vita! Sta suonando per te, sta cantando la tua canzone!
"La vita non è aspettare che passi la tempesta, ma imparare a ballare sotto la pioggia!" (M.Gandhi)
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