Altre reazioni: L'Amore è Sordo
Io
penso che il ruolo di un genitore sia quello di educare, guidare e
soprattutto prendere costantemente delle decisioni per il proprio figlio
fino a quando non sarà in grado di compierle da solo; nel caso della
sordità queste scelte vanno fatte subito perchè da esse dipende il
futuro e la qualità di vita del figlio, non sono scelte in alcun modo
rimandabili ai 18 anni o a qualsiasi altro momento...e comunque
lasciatemi dire che anche la non-scelta è di fatto una scelta.
Quando
abbiamo scoperto la sordità di Giulia ci siamo informati su tutte le
possibili vie di riabilitazione (perchè di patologia si tratta e non di
"condizione"), compresa la lis..ci siamo informati sui percorsi e sulle
terapie e, per il fine che ci siamo prefissati (ovvero la miglior
integrazione possibile nella società), l'ic è apparso, ai ns occhi, non
una scelta bensì la sola ed unica possibile scelta.
A distanza di 5
anni, con tanto lavoro e dedizione, i risultati sono stati raggiunti e
noi siamo orgogliosi e soddisfatti. La lis è una ottima opportunità ma,
secondo me, deve essere presa in considerazione qualora protesi,
riabilitazione, logopedia, ic ecc, non permettano di ottenere buone
capacitò comunicative. E spero vivamente che, con il progredire della
scienza e l'affinarsi delle tecniche di riabilitazione, questo capiti
sempre meno.
Invece di disperdere preziosi fondi per la diffusione della
lis che trovo un prodotto anacronistico, secondo me, bisognerebbe
sovvenzionare i centri audiologici d'eccellenza in modo da creare
uniformità di servizi per i cittadini sordi ed innalzare la qualità
dell'assistenza. Bisognerebbe indagare sulle cause degli eventuali
fallimenti degli impianti (chirurgo?, logopedia pre-post impianto?,
tempistica dell'intervento? ecc...) e raddrizzare il tiro là dove
possibile, affinchè non capiti più. Come una volta si moriva di malattie
banali che, oggi, con la vaccinazione a tappeto dei bambini, sono
superate, così con lo screening neonatale e la protesizzazione precoce,
l'impianto cocleare e la riabilitazione, i sordi potrebbero essere
completamente integrati nel tessuto sociale, senza la necessità di un
linguaggio proprio.
Se poi viene suggerita anche per chi gode con
beneficio dell'ic, la necessità di imparare la lis, allora in qs caso,
dico che sinceramente preferisco pensare di insegnare a mia figlia
l'inglese o qualcosa di più utile. Davvero, ai bambini (sordi profondi)
impiantati e ben riabilitati non c'è nessuna necessità di insegnare la
lis.
Infine, sono molto dispiaciuta per il fatto che molte delle persone
che lavorano nel "campo sordità", ma soprattutto molte di quelle che
svolgono un ruolo educativo all'interno della società, per ragioni
varie, non riescano ad aprire gli occhi su qs meravigliosa opportunità
che è l'impianto cocleare e rimangano ancorate ad un passato obsoleto,
contribuendo di fatto ad un rallentamento del processo di innovazione e
di integrazione.
Mi auguro che tutti i nuovi bimbi nati sordi possano
godere, come mia figlia, di una diagnosi precoce e che possano essere
presi in carico da un centro di eccellenza e che possano incontrare nel
loro percorso professionisti ed educatrici finalmente illuminati che li
sostengano e li aiutino nel miglior modo possibile, che, sempre a mio
parere, non è quello di farli segnare.
-Elena Buffa
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