Sorda, ottima pianista: la storia di Holly
La nipote di Ken Loach ha 11 anni e un talento naturale per il pianoforte. Grazie ai genitori, che non si sono arresi grazie all'impianto cocleare
Sorda, ottima pianista: la storia di Holly
La nipote di Ken Loach ha 11 anni e un talento naturale per il pianoforte. Grazie ai genitori, che non si sono arresi
MILANO - «La scoperta della sordità di un bimbo è un trauma per tutta la famiglia. La diagnosi è tanto drammatica da poter mandare in pezzi le relazioni familiari». Sono parole di Ken Loach, il regista inglese de La canzone di Carla e di Il vento che accarezza l'erba, Palma d'Oro a Cannes nel 2006. Loach sa bene di che cosa sta parlando: sua nipote, Holly, è sorda da quando aveva 13 mesi. Appena nata, nel giugno del 1999, era una bimba perfettamente sana. A poco più di un anno, nell'agosto del 2000, si è ammalata di una meningite pneumococcica rischiando la vita. È sopravvissuta ma per il suo udito non c'è stato niente da fare, è rimasta completamente sorda da entrambe le orecchie. A vederla oggi non si direbbe affatto: Holly è una bella bambina di 11 anni che vive a Bristol, in Inghilterra, e soprattutto è un talento naturale per il piano. La sua rinascita è iniziata grazie ai genitori, Hannah e Mike, che non volevano arrendersi a quella sentenza: i medici avevano spiegato che la bimba non avrebbe mai potuto ascoltare e apprezzare la musica e per loro, entrambi musicisti, quella suonava come una condanna.
IMPIANTO COCLEARE - «Mentre ero incinta di Holly - racconta Hannah - lavoravo per un balletto: la bimba ha ascoltato ore e ore di Chopin fin da quando era nella mia pancia. La prospettiva della sordità totale per noi era sconvolgente». Così Hannah e Mike portarono Holly all'università di Nottingham, in uno dei Centri più all'avanguardia nel mondo per la ricerca e le cura della sordità: i medici decisero di inserire un impianto cocleare nell'orecchio destro della piccola. Era febbraio del 2001 e per Holly la vita poteva ricominciare. L'impianto cocleare, infatti, è un "orecchio elettronico": un piccolo apparecchio esterno elabora suoni e linguaggio in segnali digitali; questi arrivano al ricevitore interno, che li trasforma in segnali elettrici con cui si stimola direttamente il nervo acustico. Da qui l'informazione sonora arriva alla corteccia uditiva cerebrale, che quindi riconosce questi stimoli come veri e propri suoni.
L'impianto cocleare perciò non è un semplice "amplificatore", ma un mezzo con cui il sordo profondo può effettivamente tornare a sentire. È stato così anche per Holly, che nel 2007 è stata sottoposta a un secondo impianto cocleare nell'orecchio sinistro: pian piano, grazie alla riabilitazione per il linguaggio e alla musico-terapia, è uscita dal silenzio.
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