Friday, August 24, 2012

Altre reazioni: L'Amore è Sordo

 
Io penso che il ruolo di un genitore sia quello di educare, guidare e soprattutto prendere costantemente delle decisioni per il proprio figlio fino a quando non sarà in grado di compierle da solo; nel caso della sordità queste scelte vanno fatte subito perchè da esse dipende il futuro e la qualità di vita del figlio, non sono scelte in alcun modo rimandabili ai 18 anni o a qualsiasi altro momento...e comunque lasciatemi dire che anche la non-scelta è di fatto una scelta. 
Quando abbiamo scoperto la sordità di Giulia ci siamo informati su tutte le possibili vie di riabilitazione (perchè di patologia si tratta e non di "condizione"), compresa la lis..ci siamo informati sui percorsi e sulle terapie e, per il fine che ci siamo prefissati (ovvero la miglior integrazione possibile nella società), l'ic è apparso, ai ns occhi, non una scelta bensì la sola ed unica possibile scelta. 
A distanza di 5 anni, con tanto lavoro e dedizione, i risultati sono stati raggiunti e noi siamo orgogliosi e soddisfatti. La lis è una ottima opportunità ma, secondo me, deve essere presa in considerazione qualora protesi, riabilitazione, logopedia, ic ecc, non permettano di ottenere buone capacitò comunicative. E spero vivamente che, con il progredire della scienza e l'affinarsi delle tecniche di riabilitazione, questo capiti sempre meno.
 Invece di disperdere preziosi fondi per la diffusione della lis che trovo un prodotto anacronistico, secondo me, bisognerebbe sovvenzionare i centri audiologici d'eccellenza in modo da creare uniformità di servizi per i cittadini sordi ed innalzare la qualità dell'assistenza. Bisognerebbe indagare sulle cause degli eventuali fallimenti degli impianti (chirurgo?, logopedia pre-post impianto?, tempistica dell'intervento? ecc...) e raddrizzare il tiro là dove possibile, affinchè non capiti più. Come una volta si moriva di malattie banali che, oggi, con la vaccinazione a tappeto dei bambini, sono superate, così con lo screening neonatale e la protesizzazione precoce, l'impianto cocleare e la riabilitazione, i sordi potrebbero essere completamente integrati nel tessuto sociale, senza la necessità di un linguaggio proprio. 
Se poi viene suggerita anche per chi gode con beneficio dell'ic, la necessità di imparare la lis, allora in qs caso, dico che sinceramente preferisco pensare di insegnare a mia figlia l'inglese o qualcosa di più utile. Davvero, ai bambini (sordi profondi) impiantati e ben riabilitati non c'è nessuna necessità di insegnare la lis. 
Infine, sono molto dispiaciuta per il fatto che molte delle persone che lavorano nel "campo sordità", ma soprattutto molte di quelle che svolgono un ruolo educativo all'interno della società, per ragioni varie, non riescano ad aprire gli occhi su qs meravigliosa opportunità che è l'impianto cocleare e rimangano ancorate ad un passato obsoleto, contribuendo di fatto ad un rallentamento del processo di innovazione e di integrazione. 
Mi auguro che tutti i nuovi bimbi nati sordi possano godere, come mia figlia, di una diagnosi precoce e che possano essere presi in carico da un centro di eccellenza e che possano incontrare nel loro percorso professionisti ed educatrici finalmente illuminati che li sostengano e li aiutino nel miglior modo possibile, che, sempre a mio parere, non è quello di farli segnare.
-Elena Buffa

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