Thursday, May 31, 2012

Importante.....riflettere

Ciao:-)
Vi scrivo dal Congresso FCEI in Austria.
In questo posto, in questo congresso ho la possibilita´ di confrontare la realta´ italiana con quelle del mondo a riguardo i sistemi di Early Intervention.
Stamani ha parlato una ricercatrice Christine Yoshinaga-Itano e lei ha presentato uno studio molto interessante.
Lo studio parla del "Pragmatic Language".
Cioe´ ogni giorno sul forum leggo dei progressi dei nostri bambini che utilizzano l´impianto cocleare e loro conquiste linguistiche sia a livello della comprensione che al livello espressivo.
Ci sono diversi tipi di test che sono oggettivi riguardo al sintax, produzione, ecc, ma cio´che mi interessa e che e´sempre stato un area grigia nel mio percorso con Jordan...era questo discorso del "Pragmatic Language".
Leggo dei genitori che rifiutano i servizi scolastici offerti dal governo italiano perche´dicono che "mio figlio parla".
NON BASTA PARLARE.
Se tuo figlio si trova a litigare con un compagno di classe ai giardini durante la ricreazion DEVE essere in grado di tornare dalla maestra per poi raccontare esattamente quello che gli era successo.
Se tuo figlio e´arrabbiato, DEVE essere in grado di spiegare il perche´.
Se tu, come mamma gli racconta la favola prima di andare a letto, lui DEVE essere in grado di ri-raccontare quella favola dall´inizio alla fine, se no, come fara´mai a raccontarti del bullo dei giardini?

Noi, come genitori dei bambini sordi abbiamo un percorso difficile davanti a noi.
Prima di sputanare quei aiuti preziosi ....rifletti, valuti e pensate bene bene se vostro figlio e´veramente linguisticamente a posto- se quei concetti astratti ci siano. Se no....avanti maestra di sostegno.
Saluti dall´Austria dove i genitori dei bambini sordi sono insieme ai professionisti del settore, dove ci sono presenti sia chi utilizza un approccio orale, chi utilizza la lingua dei segni...tutti insieme per migliorare i sistemi a livello globale.
Appena torno...mettero gli slide.

Monday, May 28, 2012

Man-Made

Io ho scelto di migliorare la vita di mio figlio facendo l'intervento per l'impianto cocleare. Avevo fatto le ricerche ed ero cosciente che essendo uno strumento fatto da uomo, ci potrebbero essere stati dei problemi. Ovviamente, non ci penso e non ci voglio pensare. Sul forum, negli ultime settimane ci sono state delle problematiche con diversi ic, marche diverse, persone diverse. Nonostante le preoccupazioni, sono state proprio queste persone a dire- "Non so come andra', ne sono certo del livello di problematica, ma io, l'intervento lo rifarei se dovessi tornare indietro. L'impianto cocleare mi ha dato la possibilità di sentire, molto meglio delle protesi."
Metto qui un paio di riflessioni loro...

Impianto al solo orecchio destro. Noi siamo qua per condividere gioie e dolori, conquiste ed insucessi, speranze e timori, consigli e dubbi. Dunque, ricordiamoci che siamo qua per sostenerci vicendevolmente. Ricordiamoci che ci sono persone che sono in procinto di dover prendere una decisione in merito al possibile intervento o che sono già entrati in un nuovo Mondo, genitori che stanno scegliendo di correre un rischio per regalare un futuro migliore ai propri figli o che stanno cercando il coraggio per prender la decisione migliore. E' giusto parlare a cuore aperto. Ma non facciamo lo sbaglio di puntare il dito contro ricercatori, medici, finanziatori ed esprimere ad alta voce pensieri sulla loro serietà. Intendo dire, con questo, che non possiamo "mettere la pulce" nell'orecchio di tutte le persone che stanno leggendo solo con le nostre congetture. Dobbiamo unire le nostre forze per essere più forti noi. Dobbiamo aver cautela nell'esprimere un giudizio laddove non c'è conoscenza perchè potremmo danneggiare tante persone alimentando incertezze e angoscia. E questo non sarebbe giusto. Condividiamo senza spaventare. Scriviamo le nostre esperienze senza demonizzare. Chiediamo aiuto senza creare colpevoli.
- Silvia

TRANQUILLI: a me l'ic mi ha salvato dalla sordita' . Oggi ho ripreso a comunicare meglio , a parlare a telefono tranquillamente , a sentire meglio in ambienti rumorosi cosa che con la PA era impensabile , a sentire meglio gli acuti , la musica è piu' completa ma piu' metallica ma sempre musica è e capisco piu' parole di prima anche ascoltando la radio in macchina a 120 all'ora. Insomma col secondo ic pretendevo le stesse prestazioni del primo ma come mi hanno detto e cmq sapevo gia' il secondo orecchio era il peggiore . Ora se cè un problema di posizionamento o di malfunzionamento mi opererei tranquillamente un altra volta. Buondì
- Benny

Monday, May 21, 2012

Alla cortese attenzione : Fabio Fazio, Roberto Saviano, Luciana Littizzetto




                                                                                   APIC
                                              Associazione Portatori  Impianto  Cocleare
                             Iscritta nel Registro del Volontariato della Regione Piemonte con D.P.G.R  9/12/1998  n°468/28.1
                          e nel Registro delle Associazioni del Comune di Torino con deliberazione di Giunta 27/07 /1999 n°9905967/01
                                         c/o VITALE  TERESA Str. Com. Del Cartman  n° 25 10132   Torino   tel. 011 – 8981674
                                                                                c.c.p. 39535109     Cod. Fisc.  97581140015                                                                      

www.apic.torino.it
info@apic.torino.it                                                                                           

                                                                                                                                      Torino 19 Maggio 2012




                                                                                                              Alla cortese attenzione
                                                                                                              Fabio Fazio
                                                                                                              Roberto Saviano
                                                                                                              Luciana Littizzetto

                                                                                                              Redazione La 7



L’attesa per   “ Quello che (non)Ho “  come prosecuzione ma non solo di “Vieni via con me” era giustamente elevata ,la scelta  della PAROLA, dei temi che possono purtroppo significare grande assenza, grande speranza , incompiutezza ,delusione e negazione dei diritti è stata una bella e coraggiosa sfida.
Una campana per far battere i rintocchi delle cose che vengono rimosse  o non riconosciute e quindi si accumulano fra quelle che non si hanno e si dovrebbero avere ,che tutti devono avere .


Il nutrito gruppo di autori che con voi cari Fabio, Roberto, Luciana , (ci piace pensare che possiamo ritenervi nostri amici ),ha lavorato al programma sicuramente si è accostato al tema della disabilità sensoriale nello specifico della sordità con partecipata sensibilità ,ma l’impegno è stato mal indirizzato per mancanza di approfondimento e per una accondiscendenza a certe incrostazioni che resistono e rappresentano le persone sorde in un modo che non corrisponde alla realtà del nuovo millennio

 Si sol dire che moneta giovane scaccia la vecchia , ebbene  cari Fabio ,Roberto , Luciana e Redazione  ciò non è valso  ,almeno per una parte dell’ultima puntata andata in onda il 16 maggio u.s..

Sappiamo che avete ricevuto altre lettere sull’argomento che avranno stimolato ricerche e riflessioni e tutte quelle che vengono dopo come questa nostra ,possono essere ritenute alla stregua di cercatori di ribalta mediatica ,come chi cerca facile pubblicità sulle spalle di personaggi famosi .
 Niente di tutto ciò, non alziamo il dito o la voce per criticare , stigmatizzare o per fare le vittime dei cattivi di turno, semplicemente vogliamo ricordare a Fabio che essere sordi non significa essere muti, questo purtroppo è il messaggio che è passato attraverso le parole :

“Ci sono vari modi per comunicare, per parlare, chi non può usare le parole perché non le può sentire comunica attraverso un altro linguaggio, quello dei segni  così il corpo si trasforma in parola e finalmente danza…”   dette  per presentare il gruppo dei giovani del balletto”the Silent Beat”

Paginate di articoli a volte con toni sensazionalistici ,ad esempio sull’orecchio bionico ,sui nuovi successi della scienza, della  medicina  sui progressi e gli sforzi dei bambini  ,che vengono archiviate  da poche parole facendo ripiombare in un tempo  che non rappresenta per niente la realtà dell’oggi  ,anzi la realtà conquistata  a partire da almeno 40 anni fa.
Cari Fabio Roberto Luciana , agli inizi degli anni 80 del 1900 anche in Italia si cominciò a sperimentare  l’Impianto Cocleare allora chiamato erroneamente “Orecchio Bionico” ,una sofisticata endoprotesi che consente alle persone nate sorde o diventate in situazione post verbale di bipassare la coclea non funzionante e consentire di risentire o favorire l’aquisizione dell’udito e quindi della parola . Da allora si sono fatti passi da gigante , se l’intervento diagnosticato come necessario viene effettuato entro i primi anni di vita nel bambino con sordità profonda , questo bambino potrà parlare .

Per le persone che per cauuse diverse (traumi, infezioni, malattie otologiche) perdono l’udito non rimediabile con le protesi ,l’impianto cocleare rappresenta una soluzione che consente l’uscita dal silenzio pur rimanendo sordo e migliora la qualità della vita .

APIC ( Associazione Portatori Impianto Cocleare) è componente del Comitato Nazionale Genitori Familiari Disabili Uditivi  . Per tale ragione riportiamo in conclusione di questa lettera la parte finale del documento che avete ricevuto venerdì 18 c.a.

Ci sono tanti linguaggi (motorio, corporeo, gestuale, mimico, ecc,) per comunicare ma uno solo per parlare, la LINGUA.
“…chi non può usare le parole perché non le può sentire comunica attraverso un altro linguaggio, quello dei segni…”
NO, oggi i sordi anche quelli nati sordi profondi bilaterali con le protesi possono sentire, con gli impianti cocleari possono parzialmente udire e comunque , tutti – se abilitati nella maniera corretta - possono parlare la LINGUA ORALE  
“…così il corpo si trasforma in parola e finalmente danza"
NO, il corpo non si trasforma in parola, ma in strumento di comunicazione e quindi può danzare, mimare, gestire, ecc…. il corpo può comunicare, non può parlare. 
La sordità è un deficit che, attualmente, con la diagnosi precoce, la protesizzazione o l’impianto cocleare e ri-abilitazione alla parola può essere superato.
Naturalmente, non udendo, le persone sorde hanno comunque necessità di ricorrere alla lettura labiale, che è indispensabile per comprendere il messaggio linguistico; è pertanto essenziale l’utilizzo della LINGUA SCRITTA come mezzo principale per garantire il libero accesso all’informazione ed in particolare all’intrattenimento televisivo, fonte privilegiata di notizie, cultura e quindi strumento sociale e di crescita personale.
Noi non vogliamo un paese dove la gente “ascolta con gli occhi” ma un paese che ci garantisca il diritto alla salute, l’informazione tempestiva sull’eventuale deficit uditivo, il giusto sostegno alle famiglie, l’attivazione di azioni e percorsi verso l’uguaglianza, l’ottimizzazione degli interventi e degli investimenti, una vera politica di inclusione sociale che porti le persone con disabilità uditiva ad apprendere la lingua orale, ad essere cittadini fra i cittadini; vogliamo un paese che ci garantisca un protocollo d'intervento unico a livello nazionale che partendo dalle indicazioni dei medici, fornisca linee guida alle Regioni, al Servizio Sanitario Nazionale e a tutte le istituzioni territoriali impegnate nel soddisfacimento dei diritti costituzionali; vogliamo un paese che garantisca l'accesso ai programmi televisivi a TUTTE le persone sorde, nessuna esclusa, con un sistema di sottotitolazione che è opzionale per la maggior parte della popolazione, ma indispensabile per una piccola fascia di essa.
“È solo la lingua che ci fa uguali” (don L. Milani), come dimostrato da tutte le persone audiolese che parlano e sono quindi invisibili e integrate nella società di tutti.
Nella speranza che ci vogliate aiutare a spezzare il pre-giudizio, vi salutiamo molto cordialmente



Paolo De Luca  Presidente APIC


Sunday, May 20, 2012

Con solo 8 elettrodi accesi...Sente lo stesso

La Tele-Terapia....AVT via webcam

Ho preso in prestito questo post scritto da Tammy, Mamma di Aiden. Potete vedere Tammy ed Aiden sullo schermo del computer, stanno facendo la terapia uditivo - verbale (AVT) a distanza. Loro abitano in un paese fuori citta' dove si sono trovati in difficolta' nel trovare una logopedista adeguata alle loro esigenze senza dover guidare due ore per arrivarci. Come sappiamo, i bambini stanchi sono poco produttivi. Questo sistema sta spiccando il volo negli USA e sono diversi anni che utilizanno lo stesso sistema a Varese.

 

{tele}therapy: a mom's perspective

In today's busy, hustle bustle, gotta be here, gotta be there world, what is better than a mom's night-out?

At-home therapy appointments.

see Aiden and me on the screen?

Outside of changing Aiden's school this past March, we also changed his therapy program. We are still going full force with auditory verbal therapy, but in a little different way. Instead of driving nearly two hours to see our former av therapist, we decided to try out TELE-THERAPY, also known as, TELE-PRACTICE.

I want to start by saying that we love our AVT from the past two years. He will always be a huge part in Aiden's journey. The two hour drive to see him though was draining and the much needed consistency started to falter. Our therapy time was slipping. When you're traveling that far, with two older "activity busy" kids at home, AND gas prices are insane (right along with the insane copay), , AND by the time you get there your sensory seeking child is bouncing off the walls from being in the car for 2 hours AND you can barely get him to sit for another hour, much less listen and talk {WHEW}, it's time to make a change. So we did.

As I sought out options in our immediate area, I found our choices in certified auditory verbal therapists were far and few in between. I needed something close, something convenient for my WHOLE family, something that didn't stress me out each time I thought about it, and someone who was a right fit for Aiden. I wasn't finding it. There was ONE in our immediate area, who was new to the local CI center, and who already had a waiting list. And btw, I live in the suburbs of a major city in Ohio, imagine people with deaf children in rural areas. (to see how many certified AVTs in your area, go
HERE).

Then I met Todd Houston, PhD, CCC-SLP, LSLS Cert. AVT, and Associate Professor of Speech-Language Pathology at the University of Akron. After speaking with him about some of my concerns with Aiden, he introduced me to

{auditory verbal} tele-practice,

and we haven't looked back.

What is it?  

Simply put, tele-therapy, or tele-practice, is therapy via a secure internet connection from the comfort of your own home, therapist on one end, you and your child on the other through an online classroom. No major equipment is needed, outside of your computer, a webcam, and a microphone. HERE is an excellent {professional} article all about it.

mom's perspective: You don't leave your house. There are no extra gas prices, no extra hassles of packing everything up for a trip to therapy trying to make sure your child has a good lunch in them before hand AND some time to get their wiggles out before their therapy. Then finish up only to rush home for your other child to get off the bus or to take yet another child to lacrosse practice or rush to whatever "it" is, as a mom's schedule is never NOT busy.

What does a session encompass?
A few days prior to Aiden's session, I receive a very detailed lesson plan, along with other attachments created by the therapist to use in our session (bingo board, coloring page, game of some sort, etc). The lesson plan contains the different goals we're working on and an activity or two for each. Each week, as the goal stays the same (until met of course) the activities to meet that goal change. According to the lesson plan, I print off all attachments and gather all necessary materials (toys, items throughout the house, etc) needed to complete an activity. The lesson plan also contains ideas of what to say or ideas of items to use etc.

Once the therapy session starts, it's like your typical auditory verbal session, except I am the main therapist (which is what I do everyday, except now I get professional guidance, as I "perform", on how to teach my child to reach those goals). We start our session talking about Aiden's week, concerns, questions, etc then dive into the activities. Having all planned out lessons in front of me, allows me to let Aiden feel part of it all by giving him a couple activities to choose from. We complete an activity, get feedback from our therapist, then I provide Aiden two more activities from which to choose. The whole time he is engaged ... okay, most of the time he is engaged. It is a bit easier for him to stray and start talking about the dog messing with the cats, or the dump truck driving by. I actually find this beneficial, as it's conversational speech, and provides our AVT a good idea of where Aiden's spontaneous expressive speech is at. Plus, AV is all about language, so if I can get a good language lesson in on something he shows interest in, even better.

mom's perspective: I now have a binder full of planned out activities (and corresponding materials) for all his different goals and there is no more guess work when there is a lull in "what to do" in our daily at home "play" time. Oh, and the confidence gained from "being the therapist" for 60 full minutes, with true professional feedback on the other end, is pure awesomeness.

What are the benefits?
  • You are wearing the therapist shoes. It's not just watching, then modeling, then taking home to do. It is all doing, which I have found is key in carrying the goals on throughout the week. This way, our AVT can see me in action for the whole session, provide tips and guidance, and then I feel that much more comfortable carrying it out everyday at home.
  • The plethora of materials and activities at your fingertips is heaven! 
  • You get to see how all your child's toys, and many other objects throughout your house, are EXCELLENT therapy tools and different ways to include them in daily language.
  • A consistent up-to-date list of goals (which I know every parent should have at all times , but in all honesty, this doesn't happen). I can state his goals now better than I have ever been able to in the past. To me, (a little bit of a control freak), this is huge.
  • Better yet, you have multiple activity ideas to go with each goal (or did I say this already?). 
  • With a laptop, you can travel throughout the house (or throughout the US!). We've played grocery store (with real food from the kitchen and Aiden pushing around his shopping cart - LOVE it) in the playroom, cooked muffins in the kitchen, sat on the floor in the living room at my mom's house in WISCONSIN. It's versatile. It's changing yet consistent. It's innovative.
  • TIME - I can't stress enough how much time this has saved me (along with gas!). 
  • Aiden is in his natural element. He's more comfortable. In traditional therapy, he would clam up and never completely showed his true character. At home, Aiden is Aiden. He acts silly, he laughs, he jokes, and best of all, he talks and participates much, much more. 
  • Other family members can join in OR I can show a recorded session to my husband at a later time so he can feel more a part of Aiden's therapy too.
mom's perspective: If you haven't figured it out yet, I LOVE IT.  And when your child enjoys it and is asking, "Tomorrow we see Dr. Todd and Kelly and Anne?", you know he loves it too ... and that's what is most important.

What are the downsides?
  • Your printer ink costs increase (really I've only replaced one ink cartridge in three months). Although still A LOT cheaper than gas prices and crazy hospital copays.
  • If you are the type of person who needs that face to face, touchy-feely type interactions, this may not be for you.
  • It can get a little stressful on days other family (ahem, LOUD teenager) members are home or when Aiden is having an off day. What happens is I try to manage everything going on around me AND the session itself AND worry about getting in what we need to. Bottom line though, this is life. My stance this summer is going to be - if I can see you and hear you, you're joining in.
mom's perspective: there are downsides to everything, and if they outweigh the benefits, it's probably not worth going on with. You have to look at pros and cons for you and your family. Every child is different.
Aiden has honestly started to SOAR. I know there are a lot of factors that go into his recent explosion (change of school, more one-on-one time with mom, excellent OT services), but I do believe that the consistency of our weekly tele-practice sessions, have had a HUGE impact on it all. Not only from the consistency of a weekly therapy, and the consistency of having the activities to use on a day to day basis, but even more importantly - TIME .

Time is precious. The time saved from traveling to and from, is now time spent playing, talking, singing, interacting; it's time spent together. To me, this is priceless.
If you are interested in learning more about tele-therapy, you can contact Dr. Todd Houston at houston@uakron.edu. If you'd like more of a mom's perspective, feel free to contact me off line at aidensmom0317@gmail.com.

Monday, May 14, 2012

Part 1-Corso Cochlear SPOT di Pisa...Resonanza Magnetica, Accessori, Procedure ri: Impianto Cocleare

Rappresentante d'eccellenza del Forum, Michele Magrini:-) ci fornisce le informazioni richieste del forum: 


Inizio Corso Spot... Per me!! Arrivato in ritardo causa lavori stradali, proprio mentre spiegavano le procedure della Cochlear di sostituzione per riparazione: usano parti ricondizionate (rimesse a nuovo, sono proprio pari al nuovo) per ridurre i tempi di attesa e i disagi.
 
 





La procedura per l'erogazione per l'erogazione protesi e sussidi da parte della ASL.

1 - Requisiti: invalidità 35% (i minorenni non sono soggetti a questo limite).
2 - Prescrizione: il medico di famiglia prescrive un'impegnativa per una visita di controllo e valutazione presso lo specialista (nel caso degli impianti cocleari in Toscana le cliniche autorizzate sono le cliniche universitarie di Pisa, Firenze, Siena), il quale effettuerà una diagnosi, un piano riabilitativo e dopodiché prescrive l'ausilio e vi aggiunge un codice di riconducibilità.
3 - Preventivo, da effettuare tramite il Customer Service della Cochlear tel. 051 6015340 o via fax 051-392062. Per richiedere il preventivo inviare via fax la prescrizione medica, indicando che trattasi di richiesta di preventivo, e fornendo i propri dati anagrafici: Codice Fiscale, recapito telefonico, specifica dell'articolo richiesto (modello, colore, lunghezza cavetti, potenza magneti, etc...) così come l'indirizzo di spedizione (se diverso da quello anagrafico) del preventivo.
4 - Autorizzazione, consegnare la prescrizione e il preventivo in originale presso l'ufficio invalidi della propria ASL di residenza, importante far protocollare la domanda, in questo modo o si ha una risposta negativa entro 20gg oppure vige il silenzio assenso. Ottenuta l'autorizzazione inoltrarla via fax al centro che ha emesso il prevenitvo in origine, specificando anche qui l'indirizzo di ricevimento della merce.
5 - Fornitura e collaudo, una volta che si riceve il sussidio richiesto firmarne il documento di trasporto per ricevuta. Poi è *importante* che si effettui il collaudo sul documento originale della ASL presso la clinica specializzata da dove è partita la prescrizione, per verificarne il corretto funzionamento. Inviare una copia del collaudo alla ditta fornitrice mediante raccomandata con ricevuta di ritorno, importante perché solo così si chiude la pratica.

 
Gli impianti Cochlear (dal N24 in poi) e la risonanza magnetica.
- Fino a 0,2 Tesla di intensità non è necessaria prendere alcuna precauzione.
- Da 0,2 a 1,5 Tesla viene eseguito un semplice bendaggio con garza allo scopo di comprimere la zona del magnete dell'impianto interno affinché non vi siano degli spostamenti (comunque leggeri).
- Da 1,5 a 3,0 Tesla è necessario effettuare una piccola incisione allo scopo di rimuovere il magnete dalla parte interna (durante il corso hanno fatto passare di mano in mano un impianto interno per vedere che effettivamente è di facile rimozione, l'unica seccatura sarebbe l'incisione).
Ovviamente il magnete reinserito sarà nuovo e sterile. Hanno suggerito di portare sempre con sé nel portafoglio la Cochlear Card, allo scopo di identificare il portatore di impianto nel malaugurato caso che rimanga vittima di un incidente stradale e sia incosciente.
 

Implicazioni nell'uso della risonanza magnetica e gli impianti cocleari nel caso non vengano prese precauzioni. In particolar modo per i campi di intensità da 1,5T a 3,0T se il magnete non viene rimosso la RM può esercitare su di esso una forza di spostamento, oltre che a smagnetizzarlo del tutto.

Tabella comparativa: modelli di IC di vari marchi e loro implicazioni con la risonanza magnetica.
Da sinistra a destra: sistemi Nucleus (Cochlear), HiRes 90K (Advanced Bionics), Sonata/Concerto (MedEl), Digisonic (MXM-Neurelec). Ovviamente si tratta delle parti *interne* degli impianti.
 
Gli accessori audio per i modelli CP810 e Freedom della Cochlear. Da in alto a sinistra in senso orario:

- Cavo audio personale.
- Cavo audio personale per impianti bilaterali.
- Cavo audio TV-HiFi-Computer (da usare per sistemi alimentati a muro e ANCHE quando si usa dispositivi mobili sotto ricarica).
- Cuffie per monitoraggio funzionalità impianto. Per rispondere a molti genitori: NO, le cuffie non fanno sentire quello che sentono i vostri bambini impiantati, ma solo se arriva il suono. A tal proposito consigliano di provare ad ascoltare quando l'impianto è correttamente funzionante, in modo da diagnosticare più facilmente eventuali anomalie successive.
- Microfono da giacca. Può essere un utile sostituto del microfono dell'impianto in caso di malfunzionamento, in modo da ridurne il disagio nell'attesa della sostituzione.

Il modello d'impianto CP810 riconosce automaticamente quando un cavo viene connesso. In basso a destra c'è l'adattatore per gli impianti Freedom.

Ps: la dotazione iniziale di cavi audio dipende da clinica a clinica.
PPSS: è in via di costruzione il negozio on-line della Cochlear che ci permetterà di ordinare gli accessori direttamente da internet!
 

Nuova unità di deumidificazione Breeze. Può contenere due impianti per volta, e può essere usato anche con il Freedom.
 
 

Sunday, May 13, 2012

Auguri alle Mamme...

Ho trovato quest'immagine sulla pagina di un'amica sul facebook.
E mi ha fatto riflettere.
La mia risposta?
Una persona che nasce sorda pensa nella lingua imposta dalla mamma, che non sara' necessariamente la sua lingua madre:-)
Buona Festa della Mamma a tutte quelle mamme che hanno dato un linguaggio al proprio figlio per farsi' che i suoi pensieri potessero diventare parole.

Monday, May 7, 2012

La differenza fra le protesi e l'impianto cocleare: Vai con Guns N' Roses!



Andrea ha messo questo video sul suo blog. Negli anni ho visto diversi esempi che cercano di far capire la differenza nel sentire con l'orecchio nudo, con le protesi e con l'impianto cocleare, ma devo dire che questo video è il piu' piacevole in assoluto...Guns N' Roses forever!!!!
Buona visione e grazie di nuovo ad Andrea.
Potete leggere suo blog qui!

Thursday, May 3, 2012

Blog Nuovo: Mammaspeciale.blogspot.com

Racconta la nostra Eleanor Roosevelt:-)

giovedì 26 aprile 2012

Sei arrivato tu


Quando ho scoperto che c'eri, il tuo cuore batteva già da 7 settimane.
Ero andata dal ginecologo perché da giorni avevo forti dolori addominali e poi, non avevo fatto visita di controllo dopo il parto di tua sorella, avvenuto 19 mesi prima.
Non potrò mai scordare il suo viso compiaciuto quando, dopo la visita, mise il gel sul guanto dell'ecografo transvaginale e disse 'glielo faccio vedere io il suo problema, signora: qui c'è un cuoricino che batte da 7 settimane'.
E ti ho visto. Ho visto chiaro quell'energico e vigoroso battito, quella sagoma che già ricordava il corpo di un bimbo. La testa, il busto, le braccia.
Ti ho visto nella tua interezza e il mio viso è rimasto come congelato, con una espressione da ebete che ricordava il viso di una vecchia saggia signora dipinta su uno di quei quadri ottocenteschi.
'Sono incinta?' chiedo spalancando gli occhi, incredula di fronte a tale meraviglia.
'Signora, facciamo la scheda o programmiamo una interruzione di gravidanza?'. Mentre lui parlava, io ero già oltre. Stavo pensando ai tuoi occhi, alla tua voce, alle tue manine. Stavo pesando a quale nome avresti avuto, al colore dei tuoi capelli, all'odore della tua pelle, ai tuoi primi passi...
Mi richiese altre due volte se intendevo procedere o interrompere ed ebbi come la sensazione di risvegliarmi da un sogno 'Cartella, cartella', risposi.
Ero troppo felice di sapere che c'eri.
Arrivavi in un momento difficilissimo dal punto di vista professionale. In uno di quei momenti in cui la voglia di buttare nel cesso anni e anni di studi e sacrifici, era lì, agguerrita, pronta a tirare giù la catenella, lasciando scivolare via, semplicemente e definitivamente tutto. E l'immaginavo sai, l'immaginavo quella voglia, a cui nella mia contorta mente, avevo dato corpo e volto, mentre mi soggiogava il cervello con frasi dagli eterni voli pindarici e da cui mai mai, ne sarei uscita vincitrice. Sì, perchè io non sono brava con le parole e con i concetti complessi.
Quella voglia dall'aspetto simile a quella di un vecchio clown dal volto increspato, che senza sapere nulla di me, senza realmente ascoltare la mia di versione, la mia di ambizione, la mia di voce, si divertiva delle mie paure, insicurezze, frustrazioni, e mi sorrideva ironicamente mentre mi diceva 'la tiro o non la tiro?'. Ed io, mi vedo lì, ferma, sull'uscio della porta del bagno con una bramosia irrefrenabile di urlare 'fanculo, tirala'. Ma poi il suo sorriso dal volto svaniva e gli calava come un velo fitto e con voce raucedine mi richiedeva, 'sicura?' e sciagurata me, proprio sul quel 'sicura' io crollavo nuovamente. E nell'attimo stesso in cui i sensi di colpa mi devastavano, lui ritornava a prendersi gioco delle mie insicurezze.
Era una maledetto circolo vizioso da cui non sapevo più uscire. Più sentivo forte il bisogno di mandare tutto al diavolo, più forte era il senso di colpa che provavo (o forse, di speranza che le cose sarebbero potete cambiare).
Invece, sei arrivato tu.
Un miracolo. Un angelo non cercato, venuto e cresciuto dentro di me, nutrito di me, che avrebbe dato risposta a tutti i miei perché. 
Sì, perché io ancora non lo sapevo, ma tu mi stavi regalando degli occhi nuovi.