Il nuovo modello di interazione tra medico e paziente è basato sulla partnership, sulla collaborazione tra i due soggetti, il medico, colui che sa, e colui che vuole guarire, che lavorano insieme per ottenere la migliore salute possibile di chi soffre. Questo tipo di rapporto tra medico e paziente è quanto emerge dal nuovo Codice di Deontologia Medica è che ha abolito il termine “paziente” che consentiva una lettura paternalistica delle indicazioni nel Codice stesso. Proprio il rispetto della persona malata è al centro della Evidence based medicine, la medicina basata sulle evidenze.
La medicina basata sulle evidenze è l’integrazione di 3 elementi rappresentati dai risultati migliori della ricerca scientifica, dall’esperienza clinica del medico e dalle convinzioni, i valori, dei pazienti. Nel caso della Pediatria la situazione è un poco più complicata dal senso di responsabilità dei genitori nei confronti dei figli che sono totalmente dipendenti dalle loro scelte. Le migliori evidenze scientifiche sono rappresentate dai risultati delle ricerche più importanti, con il maggior numero di pazienti studiati, svolte in modo indipendente dai finanziamenti delle ditte farmaceutiche (conflitto di interessi). Le nuove conquiste scientifiche consentono di utilizzare trattamenti preventivi o terapeutici più efficaci e più sicuri.
L’esperienza clinica è rappresentata dall’abilità e dalle conoscenze acquisite dal medico nella sua attività quotidiana che consentono di identificare rapidamente lo stato di salute e la malattia che affligge la persona che ha davanti e quali possono i vantaggi ed i rischi dei diversi interventi terapeutici proponibili. I pazienti, dal canto loro, hanno preferenze, gusti, aspettative individuali che li portano ad essere unici e che devono essere rispettate ed integrate nel processo diagnostico-terapeutico. L’integrazione di questi tre elementi porta alla cosiddetta alleanza terapeutica che migliora i risultati della terapia e la qualità di vita delle persone.
Nel caso del bambino il ruolo di mediatori dei genitori è fondamentale perché si tratta di figure molto autorevoli per il bambino che interpreta, nella maggior parte dei casi, il loro intervento come dettato dall’amore. Le credenze, le opinioni, dei genitori possono, però, rappresentare un ostacolo od un pericolo come si vede spesso nella aspettativa, o più francamente nella richiesta, di una terapia antibiotica qualora il bambino presenti una malattia febbrile oppure di una terapia aerosolica nel caso di malattia delle vie aeree. In questo caso la situazione diventa difficile e viene attuata la cosiddetta medicina difensiva con eccesso di esami diagnostici e prescrizioni terapeutiche e fallimento totale dell’alleanza terapeutica che diventa, viceversa, conflitto.
Per migliorare l’assistenza ai loro bambini, i genitori debbono chiedere spiegazioni su comportamenti, indagini cliniche e terapie proposte, manifestare in modo chiaro i loro dubbi e porsi in contraddittorio costruttivo con il medico che, da parte sua, è tenuto a rispondere in maniera chiara e facilmente comprensibile alle domande poste, senza pregiudizi da entrambe le parti. Solo in questo modo si può concretizzare la vera alleanza terapeutica ed il reale miglioramento dello stato di salute del bambino.
05 dicembre 2011
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