Domanda: Mi ha sorpreso del fatto che insegna! Come si trovano i suoi alunni? La capiscono quando spiega? È sorda dalla nascita? Scusami la mia curiosità!
Risposta:
Rispondo volentieri alla domanda che mi poni e che peraltro mi pongono in tanti. Sono una sorda grave dall'età di 4 anni, quindi quando la sordità è sopraggiunta avevo già acquisito il linguaggio. Per la sordità che ho, parlo bene. Ho ovviamente una voce nasale e pronuncio male alcuni fonemi: s,z,sc,c,g. Sentendomi solo parlare molti nemmeno si accorgono che sono sorda.
In classe, sin dal primo giorno, informo i ragazzi della mia sordità, dico loro che porto l'ic da un orecchio e la protesi dall'altro, mi raccomando con loro di non chiamarmi o parlarmi da dietro, e stabilisco alcune regole fondamentali: si parla uno alla volta dopo alzata di mano; si deve tenere dai posti un silenzio di tomba durante le interrogazioni perché altrimenti finirei per penalizzare loro e le loro valutazioni; si devono ripetere le cose, nel caso non le capisca, guardandomi in faccia; non si deve cercare di "fregarmi", ad esempio suggerendo ai compagni, poiché chi ha una difficoltà è dotato di una sorta di sesto senso...
I primi giorni restano sconcertati, un pochino timorosi sul comportamento da tenere.
Poi imparano, capiscono.
Con classi che seguo per 3, 4 o anche 5 anni raggiungo equilibrii straordinari. In 20 anni di insegnamento, riguardo alla sordità, dai ragazzi ho ricevuto quasi sempre rispetto. Non posso dire la stessa cosa circa gli adulti: i colleghi alle riunioni parlano vergognosamente tutti insieme ed ogni volta devo ricordare loro che sono sorda perché ogni volta se ne dimenticano. La difficoltà maggiore che ho incontrato nel mio lavoro è stato il fatto che devo parlare molto per spiegare e, prima dell'ic, faticavo a controllare la mia voce ed a sentire me stessa mentre parlavo.
Negli ultimi anni sono peggiorata e sono diventata gravissima, pertanto ho dovuto usare in classe un microfono per udire me stessa. L'ic ce l'ho da novembre; lo scorso anno scolastico, tra operazione, rieducazione e mappaggi per me è stata un'autentica maratona! A giugno avevo il cervello a pezzi. Ora però mi sento migliorata, facendo moltissimo esercizio anche a casa, e sono curiosa di vedere come sarà rientrare in classe tra qualche giorno! Sin da ora so già con certezza che non dovrò usare più il microfono perché sento molto meglio me stessa e questo mi sembra già un bel traguardo!
...Noi siamo sordi, ma abbiamo un cervello che funziona benissimo. Inoltre, per insegnare, ci vogliono sensibilità, empatia, capacità di ascolto e, soprattutto, tanta tanta passione, tanto entusiasmo, tutte doti che non hanno nulla a che fare con il funzionamento delle orecchie... La sordità dell'insegnante, superate le difficoltà iniziali, è una ricchezza, una risorsa per i ragazzi: essi vedono l'insegnante come un essere umano, che ha le sue difficoltà, ma anche che le supera quotidianamente e che, anzi, nonostante le difficoltà, nella vita ha realizzato qualcosa.
I ragazzi, secondo me, non hanno bisogno di modelli di perfezione, ma di modelli credibili, affidabili.
Ripeto: nel dire loro che sono sorda, non sento sminuire minimamente la mia autorevolezza ai loro occhi. Anzi. Ci ho messo tanto per arrivare a questo livello di accettazione: il percorso non è stato facile con me stessa, ma è POSSIBILE.
Un abbraccio
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