Friday, June 18, 2010

L'Ipoacusia Bilaterale dell' Amore: Un Racconto di 7 Anni Fa


Scritto da Paola Attanasio- FIADDA Napoli (ho messo qui solo una parte)..una Santa di Donna.

L’ipoacusia bilaterale dell’amore,
non è altro che un deficit uditivo della
nostra sensibilità: una distrazione sorda che può comprendere, attraverso le immagini, la naturale espressione dell’amore e l’ascolto del suo silenzio

-P.A.


...Con gli occhi concentrati sulla tastiera, l'assonnato dito pollice avviò, lentamente, la lettura dei tre messaggi:

“ Pigrona, scommetto che questo sms ha
sostituito l’irritabile suono della sveglia !
Buongiorno. Sara “

“ Deduco dal tuo silenzio che non sei riuscita
ancora a ritrovare il telefono………”

“ Ti avevo promesso che in un fine settimana
saremmo andate insieme al mare, ad
esplorare i limiti del silenzio…………….
Preparati, passo da te alle ore 9,00.”


...In prossimità del bagnasciuga lasciammo cadere due morbidi teli da mare e, attratte dalle sculture delle rocce, ci perdemmo sulla scia dei nostri pensieri.
Il breve periodo di silenzio fu interrotto da un sospiro profondo di Sara che anticipava un suo bisogno di confidarsi.

Eravamo distese, l’una accanto all’altra, senza alcun limite di tempo e di spazio.
E quasi senza rendermene conto mi ritrovai ad ascoltare le sue parole:

“ Come ben sai, ho perso l’udito prima di imparare a parlare spontaneamente. Avevo pochi mesi di vita quando i miei genitori si accorsero che non riuscivo a seguire né la loro voce né il loro richiamo e che, stranamente, non mi svegliavo quando suonavano al campanello di casa. Da quel momento mi fu diagnosticata una sordità profonda. Non ho avuto un’infanzia infelice. Ero solo molto impegnata a seguire le attività di recupero del linguaggio assieme ad altri bambini in centri organizzati anche per farci giocare. In verità, il ripensare a quei giorni mi ha aiutato a costruire un buon rapporto con i miei genitori e ad apprezzare il valore dell’amore che mi hanno dimostrato.

Chiaramente, ho appreso il linguaggio orale, grazie all’applicazione di protesi acustiche e all’intervento dei miei genitori che hanno creduto alla soluzione educativa e riabilitativa. Si sono impegnati per molti anni, assieme ai molti operatori del mondo della riabilitazione e della scuola, ad individuare tutti gli strumenti idonei per il raggiungimento della potenzialità che, come me, ogni persona sorda possiede e può esprimere.

Anni in cui ho conosciuto molte persone sensibili e professionalmente preparate, disposte a cambiare il destino di una persona affetta da deficit uditivo offrendomi una vita uguale a quella di chiunque altro. Insomma, è bello essere circondata da persone che credono nelle tue potenzialità a tal punto da ritenere possibile che tu possa raggiungere gli stessi traguardi dei giovani normoudenti.

Credo che la mia storia non si possa riassumere in poche battute ma tento sempre di “confezionarla” in modo chiaro e semplice, comprensibile a tutti.

La mia è stata una vita abbastanza normale, ho seguito i percorsi scolastici regolarmente: scuole elementari, medie, superiori, corsi di formazione professionale per specializzarmi nell’uso del computer, il mio interesse nel campo delle medicine naturali che mi ha proiettato nella visione olistica della salute, difatti essa è diventata per me un modo armonico di esistere nella Natura e nell’equilibrio della mente…. fino ad arrivare all’Università di Psicologia, la mia vera passione.
Pazzesco! Direbbe qualcuno, eppure tu sai che è tutto vero.”

Sì, lo sapevo, e pur conoscendo bene la storia di Sara, non potei fare a meno di seguire il suo discorso che ormai sembrava aver travolto entrambe come un fiume in piena. E così lasciai che quel flusso di parole seguisse il suo corso. E Sara, senza la minima interruzione continuò.

“Devo dire che il mio rapporto sia con i professori che con i compagni di studio è stato sempre positivo. Certo, ho dovuto superare non poche difficoltà, anche perché non c’era all’Università alcun tipo di supporto che mi permettesse di comprendere pienamente le lezioni; quindi ho dovuto ovviare al problema studiando intensivamente sui testi riportati nei programmi e dagli appunti presi a lezione dai miei colleghi che, gentilmente, mi lasciavano consultare.
Oggi, dopo aver conseguito a pieni voti la laurea e superato le varie prove del concorso, insegno psicologia alle scuole superiori. Sono riuscita a vedere realizzati i miei obiettivi e ad affermare, malgrado opinioni ostili, le mie capacità.

Come ho sempre detto ai miei genitori, credo che finora la mia esperienza possa dirsi vissuta positivamente senza grossi ostacoli, anche se non sono mancati piccoli incidenti di percorso.

Le tante persone che mi conoscono, te compresa, mi considerano una ragazza gentile e leale, che esprime apertamente ogni suo pensiero.

Affronto la mia condizione di persona sorda – hai mai fatto caso che questo termine sembra risulti offensivo a chi lo pronuncia? Ma visto che sono un’audiolesa, posso usarlo senza timore di ferire qualcuno- insomma, dicevo che malgrado abbia sempre accettato la mia condizione con molta naturalezza, noto spesso un certo imbarazzo in chi mi conosce per la prima volta, e capisco che il loro dubbio più atroce è di non sapere quale sia la forma di comunicazione più “educata” da adottare con me. Le prime volte quell’atteggiamento impacciato mi innervosiva, ma oggi mi fa sorridere e così mi limito a dir loro che per permettermi di leggere le loro labbra devono solo far attenzione a non voltarsi.

Al di là di ogni considerazione sulla capacità dell’individuo di affrontare il proprio “deficit culturale”, vivo, purtroppo, la quotidiana disapprovazione, dinanzi alla definizione legale e culturale che, alle soglie del terzo millennio, mi riconosce ancora “sordomuta” e non “audiolesa” o “sorda-preverbale”. Sicuramente la scarsa informazione e la cultura comune lasciano credere che essere sordo significhi anche essere muto, confondendo, paradossalmente, l’apparato uditivo con quello vocale.

Ed io, per non deludere i mass media e chi cerca di mascherare la propria disabilità, avrei dovuto rinunciare al gran dono della “parola” per sostituirla con la lingua dei segni. Ma ci pensi che se i miei genitori avessero ritenuto il metodo dei segni l’unica strada possibile per il raggiungimento di una parziale autonomia, mi avrebbero privato della naturale espressione, limitando il mio campo d’azione e impedendomi di raggiungere una totale indipendenza?"

Per un istante gli occhi di Sara si chiusero come se volesse lasciar riposare la sua innocenza.

"Sono fermamente convinta che nella vita ognuno sia libero di scegliere la propria “lingua”, il proprio dialetto, la forma di comunicazione più incline alla sua voglia di esprimersi, a meno che altre patologie non diano possibilità di scelta.
Rimango , quindi, esterrefatta quando penso che basta un click per avere il mondo sul computer di casa tua, mentre uno stupido pregiudizio riesce, senza colpo ferire, ad allontanarlo.

Oggi desidero profondamente che il mio “non silenzio indotto” inizi a dare un’idea di ciò di cui non si ha idea, qualcosa che non può più rimanere “invisibile”, anche perché il fatto che non si veda non autorizza a pensare che non esista. Credo che essere liberi voglia dire non dover subire condizionamenti nelle proprie scelte e soprattutto nelle proprie azioni, perché malgrado la nostra sordità noi siamo persone libere di fare, di pensare e soprattutto di parlare.”

2 comments:

Anonymous said...

Ciao, sono Paola Attanasio autrice dell'IPOACUSIA BILATERALE DELL'AMORE " un racconto scritto per sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema sordità e per garantire l'approvazione del disegno di legge sulla modifica del termine sordomuto in sordo. Abbiamo lottato per ben 14 anni, a Roma dinanzi al Senato etc... ne abbiamo prese di bastonate da coloro che erano contro ( Sight!!! )CI SIAMO RIUSCITI. Dedico questo racconto a tanti ragazzi, a tanti genitori che sono e saranno sempre parte DELL'orgoglioso OSTACOLO CHE HANNO GIA' SUPERATO ATTRAVERSO L'AMORE PER LA VITA. Un grazie a Jody per averlo pubblicato sul Blog.
Paola Attanasio - Fiadda Napoli

Anonymous said...

Ciao, sono Paola Attanasio autrice dell'IPOACUSIA BILATERALE DELL'AMORE " un racconto scritto per sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema sordità e per garantire l'approvazione del disegno di legge sulla modifica del termine sordomuto in sordo. Abbiamo lottato per ben 14 anni, a Roma dinanzi al Senato etc... ne abbiamo prese di bastonate da coloro che erano contro ( Sight!!! )CI SIAMO RIUSCITI. Dedico questo racconto a tanti ragazzi, a tanti genitori che sono e saranno sempre parte DELL'orgoglioso OSTACOLO CHE HANNO GIA' SUPERATO ATTRAVERSO L'AMORE PER LA VITA. Un grazie a Jody per averlo pubblicato sul Blog.
Paola Attanasio - Fiadda Napoli