Monday, June 13, 2011

Quanto Vale Una Comunità?

Sono il papà di un bimbo dii quattro anni e mezzo, nato sordo profondo e impiantato bilateralmente molto precocemente. Vorrei intervenrie anch'io nell'eterna discussione tra sostenitori del LIS e suoi detrattori. Credo che chi sostiene le ragioni del riconoscimento della LIS come lingua di una minoranza, sottovaluti le prospettive che tale lingua ha nei prossimi decenni.

Se tutto va come deve andare, i sordi profondi non impiantati saranno sempre meno, fino praticamente a scomparire (come è già praticamente avvenuto tra i nuovi nati). La lingua sarà sempre più usata solo dagli adulti che hanno avuto la sfortuna di non essere impiantati da piccoli. Sarà sempre di più un linguaggio residuale. Allora, perchè investire tante risorse pubbliche nella formazione di insegnanti, interpreti, ecc, per una lingua che ha gli anni contati? Probabilmente, sarebbe stato giusto che tale riconoscimento fosse avvenuto in passato, quando gli impianti erano sperimentali ... ma adesso?

Che prospettiva ha la battaglia per la LIS? La stessa che avrebbe la battaglia per diffondere l'Esperanto come lingua internazionale! Sono d'accordo che, moralmente, sarebbe bello e giusto che tutti conoscano una nuova lingua, ma, purtroppo, quando si parla di soldi pubblici, bisogna anche fare i conti con le risorse disponibili. Allora, perché non insegnare nelle scuole l'alfabeto Braille? Per lo meno, per i non vedenti, esso è veramente indispensabile! Perchè non insegnare nelle scuole di tutt'Italia anche lo sloveno, o almeno il tedesco?

Io credo quella per il riconoscimento della LIS sia una battaglia moralmente giusta, ma oramai di retroguardia, oramai antistorica ed antieconomica. Certo, avendo risorse illimitate, si potrebbe anche sostenerla. Ma nelle condizioni attuali, molto meglio concentrare le risorse nella diffusione degli impianti e nell'assistenza agli impiantati.

Se un domani inventassero un impianto per i non vedenti, sarebbe paradossale appoggiare la diffusione dell'alfabeto Braille nelle scuole, invece di concentrare tutte le risorse nell'impiantare quanti più non vedenti possibile !!!

10 comments:

Giorgio said...

Veramente l'Esperanto non costa un euro e quasi tutti gli esperantisti nel mondo sono autodidatti. Mentre l'inglese tra costi indiretti e diretti costa agli italiani 60 miliardi di euro l'anno, circa 900 euro a persona: altro che ICI!!!!

Se queste sono le sue competenze anche per la LIS significa che la LIS va approvata quanto prima.

Saluti Giorgio Pagano, Associazione Radicale Esperanto.

Francesco Palagiano said...

Caro Giorgo,
mi dispiace aver urtato la sua sensibilità con l'esempio dell'Esperanto. Tra l'altro, conosco bene la problematica legata all'Esperanto, in quanto sono stato a lungo iscritto al partito Radicale, e ne rimango un simpatizzante. Sarei stato felice se l'Esperanto si fosse affermato come lingua, ma purtroppo non è stato così.
Se rilegge quanto ho scritto, noterà che non ho nulla contro l'Esperanto e neanche contro la LIS: ne faccio solo un problema di risorse.
Praticare gli impianti cocleari e seguire correttamente il recupero degli impiantati ha dei costi notevoli, e io sto vivendo sulla mia pelle i disagi che sta causando la scarsità di risorse da disposizione del II Policlinico di Napoli, che ha casuato la mancata riconferma di tutti i tecnici specializzati che hanno finora seguito il recupero del mio bambino. Adesso le regolazioni sono affidate allo specializzando di turno. Meno male che oramai per lui la parte difficile del percorso, che è quella iniziale, sia oramai superata.
Le chiedo perciò scusa se ho utilizzato un esempio improprio, anche se poi in fondo lei mi conferma che gli Esperantisti sono tutti autodidatti, a costo zero per la parte pubblica, mentre il riconoscimento della LIS comporterebbe enormi costi pubblici per formare insegnanti di una lingua che tra pochi decenni non sarà più parlata praticamente da nessuno.
Ciò però non l'autorizza a parlare a vanvera sulla LIS, augurandosi la sua rapida approvazione e offendendo contemporaneamente me, che sono ahime' molto competente sulla materia, avendo un bimbo nato sordo profondo.

Ricambio i saluti. Francesco Palagiano, simpatizzante Radicale, padre di Aldo Alessandro.

Giorgio said...

Infatti io mi sono riferito proprio alle risorse. E non ho parlato a vanvera della LIS anzi, non ne ho parlato affatto. Mentre lei sì ha parlato a vanvera dell'Esperanto.
La differenza tra me e lei è che io non uso parlare di cose che non conosco. Lei lo fa anche recidivamente visto che insiste dicendo che "è una problematica che conosco bene", mentre è evidente che non ne sa un tubo e, però, inganna ulteriormente chi la legge affermando che è una problematica che conosce addirittura "bene"!

Francesco Palagiano said...

Evidentemente, il piacere di polemizzare e di offendere il suo interlocutore le fa perdere completamente la sua lucidità intellettuale.
Le ripeto che per me quello dell'Esperanto era solo un esempio, per illustrare il mio pensiero sulla LIS e sugli impianti cocleari, e sulla necessità di orientare le risorse pubbliche limitate nella direzione più oppotuna e più fruttuosa nel lungo periodo.
Ho scritto la mia nota in un gruppo di FB di genitori di bimbi con impianto cocleare, e mi rivolgevo a loro. Evidentemente, ciò che ho scritto è piaciuto alla blogger, e l'ha postato anche qui.
Non intendevo discutere di Esperanto, soprattutto con un esperto della materia, in quanto purtroppo attualmente ho argomenti per me più urgenti da affrontare.
Se vuole commentare ulteriormente quanto io ho scritto, che riguarda principalmente la LIS e gli impianti cocleari, leggerò con tanto piacere quanto vorra scrivere, ma, la prego, non tenga piu conto del dannato esempio dell'Esperanto, (che Dio mi fulmini per averlo citato!).
Cordialità
Francesco Palagiano

Giorgio said...

Lei si conferma una persona scorretta: è stato lei a scrivere che io parlavo a vanvera...
Perché non toglie la riga di esempio, SBAGLIATO, sull'Esperanto? Anziché continuare a farsi ragioni che non ha.
Anche perché, se ancora non lo ha capito, l'Esperanto, secondo il suo ragionamento sugli impianti cocleari,rappresenta, invece, proprio l'analogo degli impianti cocleari. Mentre l'inglese è l'analogo della LIS.

Francesco Palagiano said...

E lei si conferma una persona che parla senza controllare prima di avere acceso il cervello.
Una di quelle a cui importa solo sostenere le sue tesi utopistiche, senza curarsi della sensibilità degli altri.
Ma cosa pensa, che, se voglio, non riesco a insultarla anch'io?
Continua a stuzzicarmi con il suo benedetto Esperanto, di cui attualmente non potrebbe probabilmente importarmi di meno, e non si accorge di aver parlato a vanvera circa la LIS, quando ha sostenuto, per insultarmi, che "se queste sono le sue competenze anche per la LIS significa che la LIS va approvata quanto prima".
Evidentemente non sa che i sostenitori di tale riconoscimento richiedono per tale linguaggio lo stesso status delle lingue delle minoranze linguistiche, con la conseguente formazione di interpreti e di insegnanti scolastici a spese dello Statoquando non esiste una comunità dei sordi ben individuata, così come non esiste una comunità dei miopi o una comunità dei presbiti o una comunità dei ciechi. Esistono invece individui con problemi sensoriali, in alcuni casi risolvibili in gran parte, in altri casi no o solo parzialmente.
E come se un gruppo di presbiti pretendesse che tutti i giornali venissero stampati anche in edizioni speciali a caratteri più grandi, ed il tutto alle spese dello Stato, perchè rifiutano l'uso degli occhiali da lettura, che vedono come non rispettosi della loro identità di presbiti.
E non ci sarebbe nulla di male, se tale iniziativa non fosse enormemente costosa, e non sottraesse inevitabilmente risorse a chi invece gli occhiali non ha alcuna difficoltà ad indossarli.
Ma a lei queste cose non interessano, lei continua ad incaponirsi sull'Esperanto, che
sembra l'unica cosa importante nella sua insulsa vita.
E dire che non ho nulla in contrario a tale lingua: è nata a fine '800 da una esigenza giustissima, quella di creare una lingua neutra nelle comunicazioni internazionali, per non utilizzare la lingua parlata in una Nazione potente, con l'inevitabile sudditanza culturale da parte delle altre Nazioni. Purtroppo, il suo utilizzo non è mai decollato veramente per la miopia politica degli Stati, che non hanno mai promosso il suo insegnamento nelle scuole, per cui attualmente è parlata solo da pochi appassionati autodidatti come lei. Mi auguro anch'io che le cose cambino in futuro, ma attualmente la situazione è questa.
Non ho cancellato l'esempio dell'Esperanto dall'articolo perchè (come già le ho scritto, ma evidentemente lei non l'ha colto, in quanto pensa solo all'Esperanto) non sono io a gestire il blog: ho postato il pezzo altrove, su FB, in un gruppo in cui i membri si scambiano informazioni sull'impianto cocleare; alla blogger è piaciuto, e l'ha postato qui, ma io non ho più' possibilita' di modificare il testo originale di quanto ce l'abbia lei, in quanto posso accedere solo come utente.
Se no, l'avrei fatto subito, pur di non essere trascinato in un inutile polemica con un monomaniaco dell'Esperanto come lei.
La saluto, auspicandomi che nella sua vita ci sia posto anche per altro, oltre che per l'Esperanto: parafrasando un noto detto, infatti, "chi di Esperanto vive, disperato muore".
Francesco Palagiano

Giorgio said...

E' lei che doveva controllare le sciocchezze che ha scritto facendo un esempio sbagliato e alla rovescia.
Una cosa è certa comunque, se lei è uno che ci sente, questo è un dialogo con un sordo col quale non c'è impianto cocleare o LIS che può farcela.

Francesco Palagiano said...

Non ho nulla più da aggiungere. Chi ci legge saprà giudicare chi dice sciocchezze e chi no, chi argomenta le sue idee e chi le sostiene con spocchia e presunzione, e chi è capace solo a insultare l'interlocutore, facendo di fatto anche un danno alla causa che sostiene.

Unknown said...

Francesco, grazie di avermi dato permesso di scrivere questo tuo commento lasciato sul forum sul blog. Giorgio, come dice lui, l'ho rubato io.
Non ho minimamente idea cosa fosse l'Esperanto, ma sto imparando attraverso di voi.
Magari paragonare questa situazione LIS con l'Esperanto possiamo anche mettere da parte per un'attimo.
Più che ciò che ha scritto Francesco, che è un suo parere ed ha ogni diritto di pensare in questa maniera, il punto di questo era evidenziare il titolo- "Quanto Vale una Comunità"- era un gioco di parole, perchè qui non si parla solamente di un discorso di lingua, ma di storia di una comunità che è in evoluzione. Tutto qui.
Mi spiace non essere intervenuta prima ma sono un pò incasinata e non capivo sto Esperanto-e non avendo il tempo di ricercarlo, non potevo rispondere.
In ogni caso, vedremo come andrà a finire il riconoscimento LIS- dialogare fa bene, insultare meno. Con tutti i cervelli nella Camera, qualcuno potrà scrivere un compromesso spero.
Ciao ed un abbraccio ad entrambi voi.
Jodi

Francesco Palagiano said...

Cara Jodi, sottoscrivo in pieno quello che dici. Purtroppo, per dialogare, bisogna essere in due. Io mi sono subito scusato per aver utilizzato l'esempio dell'Esperanto un po' a sproposito, ma Giorgio non ha voluto sentire ragioni: ha continuato ad attaccarmi sul piano personale, e alla fine sono stato costretto a difendermi. Evidentemente, tra gli Esperantisti, si usa cosi'.
Complimenti per il tuo bel blog, e a risentirci a presto !!!