(Almeno una volta al mese ricevo un newsletter che scrive il Dr. Sandro Burdo per i suoi pazienti. Ho chiesto il suo permesso di metterlo sul blog. Grazie mille, Dr. Burdo! Buona lettura a tutti!)
...questa informazione rappresenta l’introduzione ad altre che seguiranno e che, spero, possano chiarire alcune problematiche sugli esami diagnostici a cui possono essere sottoposti i portatori di impianti cocleari Nucleus.
Spesso, infatti, mi vengono fatte delle richieste di informazioni particolarmente importanti e che ritengo utile discutere nuovamente, anche se è stato fatto più volte.
Due sono gli argomenti da trattare: gli esami/interventi medici/chirurgici a cui Lei potrebbe essere sottoposto e il suo impianto.
Lei utilizza un sistema costruito dalla Cochlear che può sopportare la maggior parte delle indagini diagnostiche e procedure terapeutiche, nonchè chirurgiche senza discussione, eccezion fatta per due:
- l’uso della corrente elettrica chirurgica e
- la vicinanza con forze magnetiche (calamite) particolarmente potenti (mamme: non fate usare i giochi con calamite !) .
La corrente elettrica può essere utilizzata da un chirurgo come bisturi elettrico e per la coagulazione. Quando l’intervento è effettuato sulla testa è indispensabile che si serva di strumenti che erogano correnti bipolari e non monopolari (nel tesserino che le è stato consegnato all’atto dell’intervento è ben descritto questo avvertimento). Nel caso di dubbio è utile far parlare direttamente il chirurgo con me.
Per quanto riguarda i campi magnetici, dobbiamo riferirci agli esami con Risonanza Magnetica Nucleare (RMN), cioè di una sofisticata forma di indagine radiologica (meglio chiamarla diagnostica per immagini perchè non utilizza radiazioni) costituita da una enorme calamita.
Poichè l’impianto non solo è costituito da metalli, ma al suo interno contiene una calamita (MAGNETE) che mantiene in sede l’antenna del suo processore, lei può ben capire a quali rischi può andare incontro se non vengono seguite alcune precauzioni, come ad esempio un forte dolore provocato dall’attrazione verso l’esterno del suo impianto metallico con la dislocazione del magnete sottocutaneo dal suo contenitore.
Innanzitutto va ricordato che la potenza del magnete di una Risonanza Magnetica si misura in Tesla e, oggi, le macchine più comuni sviluppano una potenza di 1,5 tesla, ma le più moderne arrivano a 3 tesla.
L’impianto che lei usa (ad eccezione dei primi Nucleus 22) è compatibile con RMN:
- da 0,2 tesla senza alcuna precauzione,
- da 1,5 tesla utilizzando un bendaggio esterno di compressione,
- da 3 tesla togliendo chirurgicamente il magnete per tutto il tempo di durata dell’esame, per poi rimetterlo successivamente.
Nelle prossime newsletter approfondiremo ulteriormente questo argomento.
Grazie e a presto
Sandro Burdo